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Cronaca

Treno Frecciarossa Milano-Bari dal 20 settembre: ma c'è chi protesta

La nuova iniziativa non lascia tutti pienamente soddisfatti. A vestire i panni della vittima, è il Salento. Ma anche in Molise si lamentano

Sei ore e trenta minuti di treno per arrivare fino a Bari da Milano (un'ora e quindici minuti in meno rispetto all'attuale Freccia Bianca. Dal 20 settembre i tanti pugliesi meneghini avranno 'casa' finalmente a portata di mano anche per via ferrata.

Il treno partirà di Milano con fermate a Reggio Emilia, Bologna, Rimini, Ancona, Pescara, Foggia e Bari. I treni rimpiazzeranno gli attuali Freccia Bianca. Da Milano Centrale (FR 9595) partirà alle 7.50 e arrivo a Bari Centrale alle 14.20. In senso inverso (FR 9590) il treno partirà da Bari alle 16.20 per arrivare a Milano alle 22.50 con le stesse fermate dell'andata. Le tariffe andranno da 37 fino a 244 euro.

La nuova iniziativa però non lascia tutti pienamente soddisfatti. A vestire i panni della vittima, è il Salento. Come riporta FoggiaToday, il progetto sarebbe frutto di una decisione unilateralmente assunta dal gruppo delle Ferrovie dello Stato e da Trenitalia in particolare. “Non c’è stata alcuna interlocuzione con la Regione Puglia che, pertanto, non ha avuto modo di rappresentare l’imprescindibile esigenza di prolungare l’uso di tali elettrotreni veloci sino a Lecce e a Taranto per evitare ancora una volta sperequazioni nei confronti di territori e popolazioni già duramente discriminati a livello di collegamenti ferroviari”. A dichiararlo sono il presidente dalla Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini.

Per Emiliano e Giannini, “se davvero si vuol fare cosa utile per la Puglia, per il Mezzogiorno e per l’intero paese, occorre accelerare il più possibile il raddoppio della dorsale adriatica nella tratta da Termoli a Lesina - che comunque consentirebbe un recupero nei termini di tempi di percorrenza fino a Lecce e a Taranto - mentre con l’iniziativa annunciata si faranno correre due treni veloci su una linea a binario unico per oltre 30 km, con buona pace della velocizzazione funzionale del collegamento”.

Il presidente e l’assessore concludono: “Trenitalia, che peraltro gestisce un importante contratto di servizio pubblico locale sottoscritto con la nostra Regione, oltre a interloquire preventivamente col Governo regionale al fine di cogliere esigenze o suggerimenti, non può non porsi oggi il problema di garantire l’efficienza del servizio soprattutto in relazione all’incremento esponenziale dei flussi turistici di quei territori garantendo, inoltre, il reale diritto alla mobilità e la ricucitura del Sud al resto d’Italia ed all’Europa”.

Insomma la Puglia tagliata in due: metà gode mentre l'altra metà protesta. Salentini, brindisini tarantini confidano in un ripensamento da parte di Trenitalia.

Le proteste non si limitano però al Salento. Anche in Molise hanno da ridire sulla decisione: sembra infatti che la stazione di Termoli verrà totalmente esclusa dal nuovo Freccia Rossa.
 

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