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Cronaca

Rubavano il ferro "pregiato" dall'isola ecologica, imprenditori arrestati

L'indagine della guardia di finanza sul capo del personale e alcuni addetti, ma anche imprenditori terzi. Nel mirino le attività di smaltimento rifiuti

Credeva forse, come responsabile del personale dell'azienda, di avere una certa libertà d'azione e, così, si assentava spesso dal luogo di lavoro; e, approfittando del suo potere nella struttura aziendale, "invitava" i suoi più stretti collaboratori ad aiutaro nelle faccende private, come la ristrutturazione della sua casa, sempre durante l'orario di lavoro, ma non era raro che trascorressero il tempo giocando alle videoslot nei locali pubblici.

E' in carcere C.S., 59enne responsabile del servizio di coordinamento del personale nella Broni Stradella Pubblica Srl, una società pubblica che si occupa di smaltimento e raccolta dei rifiuti nell'Oltrepo pavese. Misure cautelari ai domiciliari per i suoi collaboratori, il 33enne C.A. e il 45enne G.G.: il tutto è stato scoperto dalla guardia di finanza di Pavia nell'ambito di un'indagine coordinata dal procuratore Mario Venditti e diretta dal sostituto procuratore Roberto Valli. 

E' stato anche scoperto che l'uomo utilizzava le tessere carburante aziendali, gestite da lui, rifornendo costantemente le sue auto e riempiendo anche diverse taniche di scorta", per oltre cinquemila litri durante il periodo delle indagini: i video acquisiti presso i distributori di benzina parlano da soli. Ma il "cuore" dell'indagine riguarda la gestione dei rifiuti. Secondo le indagini, i tre si sarebbero appropriati di circa 150 mila chili di rottami ferrori depositati presso le isole ecologiche dell'azienda per poi cederli a un imprenditore, A.I., 43 anni, anch'egli ai domiciliari, titolare di una società attiva nel settore. 

Scoperto infine un sistema ingegnoso per sottrarre i rifiuti ferrosi di particolare pregio e valore: il 66enne B.G., titolare di una ditta autorizzata ad accedere all'isola ecologica della Broni Stradella, provvedeva a selezionare accuratamente i rifiuti ferrosi di maggior pregio, di fatto rubandoli, per poi cederli al 49enne G.V., titolare di un'importante società pavese attiva proprio nel settore dei rifiuti ferrosi. Entrambi sono ora ai domiciliari.

Ed infine la finanza ha fatto luce sul contratto d'affidamento del servizio di cernita e vendita del rottame ferroso presso la piattaforma gestita dalla società, che è a partecipazione pubblica: un contratto, secondo le indagini, concluso favorendo determinati imprenditori, in totale violazione delle procedure ad evidenza pubblica dettate dal codice degli appalti. Sono sei, in tutto, le persone arrestate (cinque ai domiciliari, uno in carcere): rispondono a vario titolo di peculato, truffa ai danni di un ente pubblico, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, induzione a dare o ricevere utilità, gestione di rifiuti non autorizzata, furto e ricettazione.

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