Matrimoni finti e test truccati per permessi di soggiorno: condannati titolari di una scuola
La coppia di coniugi forniva le risposte corrette ai test di lingua italiana al "prezzo" di 500 euro. Gli arresti a luglio 2020
Avevano organizzato un sistema di falsi matrimoni combinati tra cittadini italiani ed extracomunitari, ma anche test truccati per ottenere il permesso di soggiorno in Italia e ricongiungimenti familiari fittizi. I due coniugi, lui 63enne, lei 45enne, titolari di Athena Centro Studi, hanno patteggiato una pena di quattro anni di reclusione. Erano accusati di corruzione, falsità ideologica e rivelazione di segreti d'ufficio.
Incastrati dagli investigatori della squadra mobile di Milano, i due coniugi fornivano le soluzioni delle domande del test necessario per certificare la conoscenza della lingua italiana al livello A2, necessaria per poi chiedere la cittadinanza. In cambio pretendevano 500 euro da ognuno degli stranieri aiutati in questo modo. L'arresto è scattato il 3 luglio, insieme ad altre tre persone. Ma sotto indagine ne erano finiti una settantina abbondante. L'indagine (denominata "Falsa Promessa") aveva portato alla luce numerosi episodi, distinti tra loro e di vario genere, che "ruotavano" intorno all'immigrazione clandestina.
L'indagine: matrimoni fittizi, pratiche "sistemate", test con soluzioni
Il via all'indagine era arrivato con la denuncia presentata da una ragazza che, nel 2018, era stata costretta a contrarre un matrimonio fittizio con un cittadino egiziano al solo scopo di permettere a quest'ultimo di ottenere il permesso di soggiorno. Da lì la scoperta di una "rete" di persone, in prevalenza extracomunitarie, titolari di Caf o centri disbrigo pratiche, che "sistemavano" i documenti in modo da fare ottenere i permessi. Durante il periodo dell'indagine la prefettura aveva rilasciato 24 nulla osta al ricongiungimento familiare a favore dei parenti di 11 stranieri che si sono avvalsi delle "consulenze".
Nell'ambito di questa indagine, gli investigatori erano arrivati fino alla scuola di Milano, posizonando microcamere e inchiodando i due responsabili. E sono arrivate altre tre condanne: una donna di 51 anni, titolare di un centro disbrigo pratiche per stranieri, ha patteggiato due anni con pena sospesa. Due uomini di 36 anni e 49 anni erano invece a processo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, perché procuravano abitazioni in cui far figurare la residenza di chi richiedeva il ricongiungimento fittizio. Il primo ha patteggato quattro anni e quattro mesi, il secondo è stato condannato con rito abbreviato a quattro anni e otto mesi.