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Cronaca

Facevano la bella vita con i soldi truffati agli anziani: colpi da 200mila euro, arrestati in 5

In carcere sono finiti il capo della banda e il suo "secondo". Nei guai anche i tre "esattori"

Quando la voce dall'altro lato della cornetta sembrava essere quella di un anziano, iniziava la truffa vera e propria: il trentunenne - che in un'occasione è rimasto al telefono per due ore - si presentava come un avvocato o come un carabiniere e diceva alla vittima che un suo familiare era stato arrestato dopo un incidente e che per liberarlo servivano soldi o, in alternativa, gioielli. Le telefonate - hanno accertato i carabinieri - venivano fatte sempre su numeri fissi e per una ragione precisa. Quando gli anziani interrompevano la conversazione e telefonavano a un parente o ai carabinieri per verificare che fosse tutto vero, il truffatore non riagganciava e quindi a rispondere alla nuova telefonata era sempre lui.

Quindi, gli operativi - che entravano in gioco solo nelle fasi finali e che venivano ripagati con il 20% del bottino - incontravano poi la vittima e ritiravano oro o soldi in contati. Loro stessi, a fine settimana di "lavoro", facevano ritorno a Napoli, dove ricettavano i gioielli rubati, che trasportavano quasi sempre nascosti negli slip. 

Come sono stati i presi

Sono stati gli stessi truffatori, però, a tradirsi. I carabinieri, che stavano indagando su colpi commessi tra fine dicembre 2016 e inizio febbraio 2017, hanno infatti notato che i malviventi nominavano sempre gli avvocati "Valentino" e "Molinari" e il maresciallo "Primo". Così, una volta avuta la certezza che dietro quella truffa c'era sempre la stessa banda, gli uomini dell'Arma hanno stretto il cerchio e hanno iniziato a intercettare alcuni dei numeri utilizzati per i raggiri. 

Il capo - che in Spagna faceva la bella vita, tra cene in ristoranti stellati, giornate in barca e discoteche - è stato identificato quasi per caso dalla polizia spagnola perché fermato mentre fumava uno spinello in auto. Proprio da quell'auto, hanno accertato i carabinieri italiani, faceva partire le telefonate per le truffe.

Gli arresti tra la Spagna e l'Italia

Per lui le manette sono scattate a luglio scorso grazie ad un mandato di arresto europeo per un cumulo di pene di un anno e nove mesi per una precedente condanna per truffa. Lunedì, i militari gli hanno consegnato il nuovo provvedimento in un centro di recupero per tossicodipendenti del Parmense e lo hanno portato in carcere a Parma. Il suo "vice" - che ogni fine settimana tornava in Italia a recuperare il bottino - è stato fermato venerdì ad Ibiza e si trova in cella sull'isola spagnola in attesa di estradizione. 

Due dei tre "esattori" - tra cui il cugino della mente della banda - sono stati messi agli arresti domiciliari, mentre per il terzo è stato disposto l'obbligo di dimora nel comune di Portici, nel Napoletano. 
 

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