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Cronaca Brera / Via Alessandro Manzoni

Uber, "lo smartphone non si può assimilare ad un'autorimessa"

La decisione del tribunale di Milano, che "ribalta" una sentenza del giudice di pace

Il tribunale di Milano ha ribaltato una sentenza del giudice di pace favorevole a un autista Uber "black", ovvero un regolare conducente con auto a noleggio. L'autista aveva preso un cliente non dall'autorimessa (come impone l'articolo 85 comma 4 del codice della strada) ma attraverso l'applicazione, direttamente da strada. 

Lo smartphone dell'autista non può essere assimilato alla rimessa e Uber non può essere assimiilata alla segreteria che passa le chiamate: questo il senso della pronuncia del tribunale. Così, la richiesta di trasporto trasmessa dall'utente tramite l'applicazione Uber è di fatto assimilabile ad un servizio di radio-taxi, che però gli autisti Uber non possono, attualmente, esercitare. La sentenza è del 6 luglio ed è stata resa nota da Pietro Gagliardi dell'Unione artigiani.

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