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Cronaca Bovisasca / Via Bovisasca

Uccide la cagnolina della fidanzata per vendetta: Dna umano nel corpo

L'uomo, un trentacinquenne del Ghana, ha causato all'animale ferite mortali che hanno costretto i veterinari a sopprimere il cagnolino. Potrebbe trattarsi di una vendetta nei confronti della donna

L’ha seviziata a lungo. Le ha compresso la cassa toracica e le ha danneggiato gli organi interni. Forse, questa l’ipotesi orribile della procura, l’ha anche “violentata”, come dimostrano le tracce di Dna umano trovato nel corpo ormai stremato e straziato. 

Un trentacinquenne del Ghana, disoccupato, irregolare e pregiudicato, risulta indagato dalla procura di Milano per maltrattamento di animale dopo la denuncia della fidanzata, una donna residente in Bovisa, che lo ha indirettamente accusato della morte della sua amata cagnolina. 

L’animale, una meticcia di un anno e mezzo di circa trentacinque chili, è stata soppressa dai veterinari dell’Enpa perché giudicata ormai “irrecuperabile” a cause delle ferite. 

La padrona della cagnolina, racconta Franco Vanni su “La Repubblica”, circa due mesi fa si era rivolta all'Enpa, spaventata dalle condizioni del cane. Condizioni che, secondo i veterinari, erano frutti di maltrattamenti e sevizie. I dubbi della donna si erano immediatamente concentrati sul suo compagno, l’unico che avesse modo di passare del tempo da solo con il cane. 

Nonostante i disperati tentativi dei medici, l’Enpa non ha potuto far altro che sopprimere il cane, ucciso praticamente - come confermano le analisi - “da maltrattamento umano”. La cagnolina, al momento della morte, presentava tracce di Dna umano nel corpo: un particolare che potrebbe essere molto utile agli inquirenti per stabilire con precisione le eventuali responsabilità del trentacinquenne indagato. 

Al momento, però, dell’uomo non c’è traccia. La polizia locale sta lavorando per trovarlo dopo che la compagna lo ha allontanato da casa. Le ricerche, racconta ancora “La Repubblica”, si estendono all'hinterland, a nord est di Milano. 

L'uomo non ha un lavoro fisso, ha una condanna per spaccio alle spalle e non ha un permesso di soggiorno. Per due volte, inoltre, è stato destinatario di un "foglio di via”. 

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