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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bus incendiato, all'udienza dei ragazzi in Vaticano manca proprio l'eroe Rami

Il ragazzo non ha potuto partecipare all'incontro perché il padre ha risposto in ritardo in chat e non c'era più posto

All'appello, in Vaticano, mancava proprio lui: Rami Shehata, il tredicenne egiziano che, insieme al coetaneo marocchino Adam El Hamami, ha salvato i suoi compagni di scuola sequestrati su un autobus il 20 marzo da Ousseynou Sy, l'autista che voleva compiere un gesto "eclatante" e ha dato fuoco al mezzo sulla Paullese.

Le classi della scuola media Vailati di Crema hanno partecipato all'udienza generale di Papa Francesco, mercoledì 29 maggio, ma lui, Rami, non c'era. Questo perché, spiega lui stesso, il padre ha risposto tardi nella chat Whatsapp dei genitori usata per organizzare il viaggio, per cui non c'era più posto per il tredicenne eroe.

"Ho registrato un messaggio vocale per il Papa, che spero sia arrivato", ha spiegato lo stesso Rami aggiungendo di sperare sempre di potere un giorno abbracciare Bergoglio. Dopo l'udienza in vaticano, gli alunni hanno incontrato anche il ministro dell'istruzione, il leghista Marco Bussetti, e il comandante dell'Arma dei carabinieri Giovanni Nistri. 

"Il carabiniere è una delle istituzioni più antiche dello Stato", ha spiegato Nistri ai ragazzzi: "Non sta lì solo per fare la faccia burbera, ma per aiutare. Non siamo eroi, siamo persone normali che con mezzi normali a volte fanno cose straordinarie. Non ci riusciamo senza l’affetto e l’aiuto. Tutto è andato bene quella volta perché voi ci avete aiutato: chi ha telefonato, chi ha dato indicazioni, chi è uscito dal bus ordinatamente e senza paura. Crescete sapendo che lo Stato è qualcosa verso cui avere fiducia".

"Vi dico soltanto grazie, perché siete eroi", ha invece dichiarato Bussetti: "Siete ambasciatori di grandi valori, un esempio per i vostri coetanei. Se fossi il vostro papà, mi sentirei orgoglioso".

Dirotta il pullman e gli dà fuoco

L'episodio, che ha sconvolto tutta Italia, risale alla mattina del 20 marzo. L'autista avrebbe dovuto accompagnare in piscina i ragazzi ma ha dirottato il pullman percorrendo la Paullese. Nelle sue intenzioni avrebbe raggiunto l'aeroporto di Linate per "compiere un gesto eclatante" per protestare "contro i morti nel Mediterraneo", ma per fortuna alcuni ragazzi a bordo avevano conservato i loro telefoni cellulari e, pur essendo legati, sono riusciti a dare l'allarme, permettendo ai carabinieri di intercettare il mezzo costringendo l'autista a cambiare i piani, dando alle fiamme l'autobus in mezzo alla strada.

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Telefonate provvidenziali al 112

I ragazzi a bordo si sono tutti salvati, scappando prima che le fiamme divorassero il mezzo. Nei giorni successivi è poi emerso il ruolo straordinario di Rami Shehata, 13enne di origine egiziana, e del coetaneo Adam El Hamami, di origine marocchina, che grazie alle telefonate effettuate al 112 hanno contribuito in modo fondamentale a salvare sé stessi e i compagni. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha promesso di occuparsi della cittadinanza ("Rami è come mio figlio"), dopo un'iniziale prudenza, ma il provvedimento non è ancora arrivato.

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