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Cronaca

L'ultima omelia di don Graziano Gianola, il prete morto in un incidente in montagna

La sua morte lascia sotto choc l'intera comunità della parrocchia di S. Maria del Buon Consiglio (dal 2014 unitasi alla parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo nella Comunità Pastorale "Gesù Buon Pastore")

Doveva essere un momento sereno e divertente, di quelli che i bambini e i ragazzi dell'oratorio non dimenticano più per le emozioni che ti lasciano dentro. Figuriamoci poi se, la sera della partenza, l'Italia va a vincere perfino gli Europei. E invece, la vacanza estiva dei ragazzi della Comunità pastorale Gesù Buon Pastore (frutto dell'unione della parrocchia di San Maria del Buon Consiglio e della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo a Milano) sarà indimenticabile per quel terribile incidente dove è morto don Graziano Gianola.

Don Graziano Gianola, prete morto in gita in Trentino-2

Perché don Graziano non era solo il responsabile della vacanza o dell'oratorio, don Graziano, classe '73, era un amico: amatissimo dagli educatori, dai giovani e dai parrocchiani tutti. Brentonico in Trentino doveva essere il punto massimo dell'estate di quei ragazzi - bambini dalla quarta elementare alla terza media - ma nella mattinata di lunedì 12 luglio, nel secondo giorno di gita, tutto si è trasformato in tragedia lungo un sentiero a quota 1.500 metri sul livello del mare sotto malga Bes. Qualcosa non è andato come doveva, il don è precipitato. E nella memoria rimangono le urla, l'elisoccorso, la notizia della morte e il buio.
Resta quello che Don Graziano ha dato per i suoi amici. Sul suo attivissimo profilo Facebook, Don Graziano ha fatto in tempo a condividere la sua ultima omelia domenicale, preannunciando la partenza per la vacanza. Don Graziano era anche questo.

"Non so voi, ma leggendo e rileggendo le letture di oggi le ho sentite, come primo impatto, distanti dal mio e nostro vissuto personale. Il tema della guerra fortunatamente non ci tocca da vicino e tutti questi morti della prima lettura mi hanno creato un certo imbarazzo pensando che fosse il Signore stesso a guidare la mano dell'esercito di Giosuè contro i re Amorrei e causarne questa strage. Sappiamo che va contestualizzata bene la lettura di Giosuè e cogliere come le grosse pietre che hanno causato diversi morti e la fuga degli Amorrei possono essere simili ad una improvvisa tempesta di grandine dentro un forte temporale e l'immagine del sole che si ferma può essere il sereno che torna dopo la tempesta quasi a significare una vittoria memorabile", sottolinea don Graziano. 

"Il salmo ricorda come 'Esulteremo per la tua vittoria... Il Signore da vittoria al suo consacrato'. L'idea che accompagna questi testi è la presenza del Signore che accompagna e da vigore e forza a colui che confida in lui. Sta di fatto che le letture di oggi, soprattutto in un contesto estivo come il nostro, le avverto alquanto dissonanti. Forse è il Vangelo ad illuminarle, come sempre. Perché la battaglia dalla quale davvero ci difende il Signore, è quella che ciascuno combatte dentro di sé per avere la pace. Gesù parlando ai suoi dice: 'Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!'", continua. 

"La battaglia più grande non è sconfiggere gli Amorrei, ma, come canta S. Francesco, è vincere su te stesso: questa è la letizia. È vincere il male che ci si attacca addosso, è vincere su tutto quello che spegne la nostra umanità, è portare il bene dentro le trame dei nostri giorni per avere nel cuore la pace che ti permette di uscire di casa a testa alta perché hai nel cuore la gioia di saperti amato/a da chi ti è al tuo fianco. La pace vera viene dal non rovinare le relazioni nella nostra vita. Viene dal fare qualcosa di bello per te e per gli altri. Viene dal portare nella tua vita esperienze capaci di lasciare il segno! Ecco la vera battaglia nella quale possiamo coinvolgere il Signore: chiederci di mettere nel nostro cuore la vera pace! Ha ragione S. Paolo: quando hai la pace nel cuore, quando Dio lo senti vicino, nonostante le fatiche della vita, non ci sarà nulla che potrà separarci dall'amore di Cristo! Potranno capitare tante cose, anche negative, ma ti sarà data sempre la possibilità di scegliere come abitarle. Con rabbia e risentimento o con la pace? Se hai vinto su te stesso o comunque ci stai lavorando, le parole del finale del Vangelo, le sentirai a te vicine!", conclude.
 

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