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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Crescenzago / Via Angelo Rizzoli

Protesta dei tifosi dell’Atalanta sotto la sede della Gazzetta: fumogeni, striscioni e cori

A causare la reazione dei tifosi orobici è stato un articolo di Sebastiano Vernazza del 27 febbraio. I giornalisti: "Noi non ci facciamo offendere, non ci facciamo spaventare"

Lui aveva espresso il suo pensiero affidandolo a una pagina di Sportweek. Loro lo hanno fatto presentandosi di persona, chiedendo un confronto. 

Mattinata agitata quella di sabato sotto la sede della Gazzetta dello Sport, in via Rizzoli, teatro della protesta di una cinquantina di tifosi dell’Atalanta contro il giornalista della Rosea, Sebastiano Vernazza. 

I supporters orobici si sono presentati davanti alla redazione, hanno acceso fumogeni, intonato cori offensivi e affisso uno striscione dal significato eloquente: “Vernazza orfano… di cervello”. 

A causare la rabbia degli atalantini è stato un articolo in cui lo stesso giornalista criticava la presenza di bambini al corteo in favore del Bocia, il capo ultrà della curva bergamasca per ora sottoposto al regime di sorveglianza speciale. Vernazza aveva concluso il pezzo citando Ezo Vendrame, calciatore, poeta e scrittore: “Quando allenavo nei settori giovanili, sognavo di avere una squadra di orfani” e aveva commentato: “I genitori nel calcio, che problema”. 

Così, i tifosi nerazzurri hanno reagito e hanno espresso la loro rabbia sotto la sede della Gazzetta, dove hanno distrutto e lanciato alcune copie del giornale. Gli stessi manifestanti, dopo aver chiesto un confronto col giornalista, hanno lasciato una lettera a lui indirizzata in cui si legge: “Ci permettiamo di far presente al Sig.Vernazza che portare i propri figli a manifestare per un’idea non significa condizionarli ma insegnar loro che per i propri ideali vale sempre la pena battersi, anche se qualcuno li considera, a torto o ragione, ideali di una minoranza.I Suoi attacchi al mondo Ultras sono cosa frequente, non Le piace il tifo organizzato, non Le piacciono gli Ultras ed in particolare non Le piace la nostra realtà : se ne faccia una ragione, c’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre”.

Anche gli utras, poi, hanno scelto una citazione per concludere il loro comunicato. E si sono affidati a Gaber: “Giornalisti avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete, avete ancora la libertà di pensare ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere e di fotografare. Immagini geniali e interessanti di presidenti solidali e di mamme piangenti. E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento. Voi vi buttate sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano”. 

La manifestazione sotto le finestre della redazione non ha lasciato indifferenti lo stesso Vernazza - che ha ironizzato su Twitter “quale onore” - e gli altri giornalisti, che hanno diffuso un comunicato stampa, schierandosi al fianco del loro collega. 

“La redazione della Gazzetta - si legge nella nota firmata Cdr - finita già altre volte nel mirino degli ultrà atalantini, non può accettare un comportamento del genere e risponde così: non ci facciamo offendere, non ci facciamo spaventare in casa nostra, non ci facciamo insegnare il modo in cui dobbiamo lavorare. E a quel gruppo di tifosi che ha scelto di passare la mattinata a insultarci diciamo che Sebastiano Vernazza continuerà come sempre a fare il suo lavoro, cioè informare i lettori e commentare i fatti sportivi più rilevanti. E che lo stesso, ovviamente, continuerà a fare la Gazzetta con l’autonomia e l’autorevolezza che la contraddistingue da 120 anni. Anche se a qualche tifoso questo non piacerà”. 

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