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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Bimba ustionata dalla mamma con lo spray: la donna resta in carcere, "è pericolosa"

La decisione del Gip sulla donna accusata di aver ustionato più volte la figlioletta con un deodorante spray

Avrebbe ammesso di essere stata lei a "colpire" la piccola. Ma, davanti al giudice per le indagini preliminari, avrebbe "incredibilmente dichiarato di non aver capito" che erano quelle sue condotte "a cagionare le lesioni". Resta in carcere la donna di 29 anni arrestata nei giorni scorsi dagli agenti della squadra mobile di Milano con l'accusa di maltrattamenti aggravati nei confronti della figlioletta di 16 mesi, a cui avrebbe più volte provocato gravi ustioni sul corpo spruzzandole addosso del deodorante da distanza ravvicinata. 

Il lavoro degli investigatori, guidati da Marco Calì, era iniziato meno di una settimana prima delle manette, quando i dottori di un ospedale milanese - dove la piccola era già ricoverata due settimane - avevano allertato gli investigatori e gli inquirenti della procura, con i pm Pasquale Addesso e Letizia Mannella a coordinare le indagini. 

A quel punto i poliziotti avevano installato delle telecamere nella camera della bimba e avevano accertato che a provocarle quelle lesioni, scientificamente inspiegabili, era stata la 29enne con lo spray. La stessa cosa che, stando alle indagini, aveva fatto già altre volte negli ultimi tre, quattro mesi, tanto che risultano già altri tre diversi ricoveri della piccola in ospedali del Varesotto. Sempre per lo stesso motivo. 

Ad accompagnare la bambina in pronto soccorso era sempre la donna, che faceva notare ai dottori quegli strani rossori e quelle bruciature. La 29enne spesso agiva nel tardo pomeriggio o di sera - anche tre o quattro volte al giorno - e lei stessa il mattino seguente segnalava ai dottore la presenza di nuove ferite. Adesso il gip di Milano Sonia Mancini che ha deciso che la donna deve restare in carcere per la sua "pericolosità sociale". Il giudice ha respinto un'istanza di domiciliari avanzata dalla difesa, dando conto della sua "lucida capacità di difendersi dalle conseguenze" delle sue azioni. E chiarendo che per lei i domiciliari in un contesto "familiare", come da istanza, non vanno bene perché le sue "condotte" nei confronti della bimba "si sono protratte per più di un anno senza che nessuno dei parenti si accorgesse". 
 

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