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Cronaca

Delpini scrive ai parroci: "E' allarme usura, colpa dei debiti e del gioco d'azzardo"

La lettera con cui l'arcivescovo di Milano invita i sacerdoti a prestare attenzione ai segnali e a contattare la Caritas, che mette a disposizione una rete di specialisti

Suonano come un allarme anti-usura le parole che l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha messo nero su bianco in una lettera indirizzata a tutti i parroci della diocesi (che, come è noto, comprende anche territori fuori provincia). Un reato che ovviamente nessuno ritiene "scomparso" ma di cui obiettivamente non si sente parlare tanto spesso. 

Se da un lato si può pensare che non sia facile avere il polso della "gente comune" dal palazzo di via Arcivescovado, dall'altro lato non va sottovalutata la ramificazione territoriale della Chiesa, non solo a Milano s'intende, con occhi e orecchie che penetrano fino alla più profonda periferia e alle campagne. Insomma, certamente un vescovo non è sempre a contatto diretto con le grida dall'allarme dei cittadini, ma i "suoi" sacerdoti è molto più probabile che lo siano. 

Ed è molto concreto Delpini: invita i parroci a prestare attenzione a fenomeni di vario tipo, tutti legati però alle difficoltà economiche delle famiglie e delle persone singole. E quali sono questi fenomeni? "Indebitamento, pagamento di affitti, di rate di prestiti o di mutui", scrive Delpini. Nonché "famiglie che vedono messa a rischio la prima abitazione". Ma anche "la nuova patologia rappresentata dal gioco d'azzardo" che "spesso sfocia nell'usura".

Il capo della Chiesa milanese mette in guardia e offre ai parroci una soluzione: la Caritas Ambrosiana sta costruendo "una rete di soggetti" competenti sia sul piano pastorale sia su quello formativo, sia anche su quello operativo. Delpini invita quindi i parroci a conttatare la Caritas, non tacendo l'opportunità, talvolta, che si avvertano le forze dell'ordine, se si è in presenza di un vero e proprio reato che i tecnici valuteranno caso per caso.

Ce n'è anche per il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata: "Si ha il sentore - scrive Delpini - che stia contattando le imprese che ricercano linee di credito non convenzionali, ponendosi inizialmente in una posizione di parternariato, per poi inserirsi nelle gestioni economiche". Sostituendosi agli imprenditori. Un rischio che per l'arcivescovo è più diffuso di quanto farebbe supporre "il limitato numero di denunce presentate".   

Come Chiesa di Milano vorremmo fare qualcosa di più per prevenire e affrontare questa situazione. Oltre alla necessità di alzare l’attenzione su questo fenomeno che attraversa il territorio e spesso ignorato, ci sembra importante cogliere i segnali dello stesso, che si manifesta attraverso il disagio delle persone, famiglie, imprenditori che sono affiancati dalla criminalità organizzata con proposte: di denaro facile, di offerte di beni e servizi con eccessivi sconti, proposte di acquisto dei debiti, delle case, della proprietà di quote delle imprese o delle licenze di aziende in situazione di forte difficoltà. Inutile evidenziare i danni sociali che una infiltrazione profonda delle mafie può causare: violenza, corruzione, infiltrazione della politica e delle imprese, avvelenamento della libertà di mercato, condizionamento della democrazia, produzione di meccanismi di ingiustizia e marginalità.

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