Case popolari: «I cortili di San Siro in mano a vandali e delinquenti»
Le denunce dei residenti che convivono ogni giorno con il degrado e l'incuria e hanno paura delle risse e delle occupazioni abusive
Carmela Rozza, assessore alla sicurezza ma soprattutto conoscitrice delle periferie milanesi fin da quando era segretario cittadino del Sunia, sindacato inquilini della Cgil, a ottobre 2016 lo aveva detto chiaro e tondo, durante un'audizione in consiglio di Municipio 7: «Voglio dall'Aler l'elenco degli abusivi per sgomberarli, cominciando da chi delinque». Ovvero chi spaccia e chi si appropria del cortile per fare i propri comodi.
E poi, il piano per le telecamere: nella stessa occasione, la Rozza aveva annunciato che, partendo proprio da San Siro, quelle per controllare il territorio sarebbero state convertite con modelli più recenti, in grado di essere manovrate dall'operatore in centrale. Infine i pattugliamenti misti (esercito-polizia o esercito-carabinieri), che sono ricominciati proprio da autunno 2016.
Nel 2015, invece, il Comune di Milano aveva attivato le squadre antidegrado: 300 mila euro per la raccolta di cartoni, rifiuti solidi e altri oggetti abbandonati in spazi pubblici, a cura di persone svantaggiate e senza lavoro. Il progetto aveva coinvolto quindici quartieri della città, tra cui San Siro.
Quanto alle forze dell'ordine, il commissariato Bonola è impegnato da anni nel controllo "silenzioso" del territorio, con agenti in borghese. Per qualche tempo una camionetta ha stazionato fissa in piazzale Selinunte, ma è chiaro che l'esibizione della divisa durante il giorno non è il mondo migliore per "beccare" chi commette reati. A volte gli agenti intervengono sulla base di specifiche segnalazioni, ad esempio quando vengono a sapere che in un dato appartamento si spaccia droga. Ma a molti dei residenti questa attività non basta: «Non vediamo le forze dell'ordine agire, pensiamo che sappiano dove cercare i responsabili del racket e dello spaccio, ma sembra che non riescano a trovarli».
