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Cronaca Vaprio d'Adda / Via L. Cagnola

Vaprio d'Adda: «L'omicidio volontario è a garanzia del pensionato indagato»

Parlano i pm per spiegare la scelta del reato presunto. «Alla fine l'uomo potrebbe anche essere scagionato»

Troppa confusione intorno all'episodio di Vaprio d'Adda, in cui un pensionato ha sparato un colpo di pistola uccidendo sul colpo un presunto ladro albanese di 22 anni nell'ambito della sua abitazione. La procura di Milano non ha potuto far altro che aprire una inchiesta, visto che c'è un morto ucciso da un'arma da fuoco. E se all'inizio il presunto reato è stato di eccesso colposo di legittima difesa, poi si è passati all'omicidio volontario.

«L'omicidio volontario è una formula di garanzia verso l'indagato», hanno precisato venerdì 23 ottobre i pm Alberto Nobili e Antonio Pastore ai giornalisti, per cercare di fare chiarezza sulla vicenda e sul perché di alcune scelte investigative che avevano creato polveroni e polemiche. 

«Non possiamo escludere che alla fine l'accusa diventi legittima difesa o che venga scagionato», hanno aggiunto Nobili e Pastore. Tutto nasce da apparenti incongruenze tra il racconto del proprietario dell'abitazione, che ha sparato il colpo, e i primi riscontri: i dubbi sul sangue assente in cucina, la perizia che affermerebbe che il colpo sia stato sparato dall'alto in basso, compatibili con l'ipotesi che lo sparo sia avvenuto sulle scale e non in cucina come sostenuto dall'uomo.

«In teoria è anche possibile che le indagini accertino qualcosa di diverso (dal racconto dell'uomo, n.d.r.), quindi abbiamo dovuto ipotizzare anche il reato più grave, come forma di garanzia verso lo stesso indagato», hanno spiegato i pm, aggiungendo che l'ipotesi di omicidio volontario permette di svolgere attività, come le intercettazioni, che non potrebbero essere effettuate se la contestazione fosse più lieve.

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