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Cronaca

Fontana chiama Zaia: "La Lombardia pronta aiutare il Veneto con ogni mezzo"

Telefonata tra i governatori

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha telefonato al governatore del Veneto Luca Zaia "non solo per esprimere tutta la nostra vicinanza a Verona e al Veneto duramente colpito dall'acqua e dalla grandine, quanto per manifestare l'affetto di tutti i Lombardi".

"La Lombardia - ha concluso - è già pronta ad intervenire con uomini e mezzi per fornire tutto il supporto necessario".

Il devastante temporale che ha colpito Verona

«Mi sto recando a Verona per un sopralluogo alla città colpita da un potente uragano. Effettuerò subito una verifica di persona alle aree più colpite, assieme ai tecnici della Protezione Civile. Alle ore 11.30 in Municipio terrò un punto stampa in cui sarà dato un primo quadro della situazione». Così il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato la sua presenza in città lunedì mattina, dopo il clamoroso nubifragio che ha letteralmente messo in ginocchio il centro cittadino, con quartieri come quello di Borgo Trento o Veronetta flagellati da vento, pioggia ed acqua battente che nel giro di pochi minuti hanno reso le strade dei fiumi in piena.

Il sindaco di Verona Federico Sboarina ha a sua volta fatto sapere di aver «ricevuto le telefonate di solidarietà da tutta Italia. Dalla seconda carica dello Stato, senatrice Elisabetta Alberti Casellati, dal ministro D’Incà che porterà la nostra sciagura in Consiglio dei ministri. Il governatore Zaia ha firmato lo stato di emergenza dopo un’ora dalla bufera che si è abbattuta su Verona».

Proprio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà ha infatti scritto via Twitter: «Seguo con attenzione tutte le notizie che arrivano dai territori del Veneto colpiti dall'ondata di maltempo e ringrazio i Vigili del fuoco e la Protezione Civile impegnati ad aiutare i cittadini. Nelle prossime ore faremo un bilancio per sostenere chi ha subìto danni». Il sindaco Sboarina ha poi commentato con parole drammatiche quanto avvenuto nelle scorse ore: «Su Verona in dieci minuti si è abbattuto qualcosa come l’equivalente della tempesta Vaia. Mai vista una furia del genere. Vento, acqua e grandine di proporzioni straordinarie hanno ridotto la città come un campo di battaglia». Nel frattempo il lavoro dei vigili del fuoco (ben oltre il centinaio le chiamate ricevute) è proseguito indefessamente insieme alla protezione civile ed anche ai singoli cittadini che hanno cercato di ripristinare minime condizioni di normalità dopo il nubifragio.

Scene di vera e propria devastazione sono state filmate in più punti del capoluogo scaligero: via Sant'Alessio allagata, ma anche l'area dei portoni Borsari, Veronetta e poi un numero elevatissimo di alberi, anche secolari e di grandi dimensioni, abbattuti o, peggio, sventrati e spezzati dalle raffiche di vento e poi fatti precipitare al suolo o sopra le auto disgraziatamente parcheggiate nei pressi. Uno scenario davvero impressionante che, nonostante l'incredibile violenza dell'uragano, parrebbe tuttavia non aver lasciato fortunatamente vittime tra le persone, e resta forse questa l'unica consolazione in una giornata particolarmente drammatica per tutti i cittadini di Verona. Ad essersela vista particolarmente brutta è stato l'uomo divenuto suo malgrado il simbolo del nubifragio su Verona di ieri, Daniele, protagonista del video che lo ritrae sommerso quasi fino al collo da acqua, ghiaccio e fanghiglia mentre cerca di spostarsi a piedi in via Sant'Alessio a Verona. Lui ha uno studio di dentista da circa dieci anni in zona piazza Santo Stefano e nel giro di un quarto d'ora se lo è ritrovato sommerso, con le porte e le finestre devastate e i locali allagati: «L'acqua in dieci minuti è arrivata a un metro e 70 di altezza», ha spiegato. A rendere ancora più evidente il pericolo corso sono le parole di suo fratello: «Daniele - spiega - è stato fortunato che si è rotto il vetro del laboratorio ed è potuto uscire, perché altrimenti rimaneva dentro. Ha rischiato l'ipotermia perché è rimasto mezz'ora nel ghiaccio, poi un ragazzo che l'ha visto lo ha soccorso e lo ha portato a casa sua dandogli dei vestiti asciutti».

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