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Cronaca Ortica / Via Arcangelo Corelli

Una lunga scia di sangue sul pavimento, le immagini choc dal Cpr di via Corelli a Milano

Mai più Lager no Cpr ha pubblicato un breve video

Sono sempre poche le immagini che trapelano dall'interno del Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli. Mai più Lager no Cpr ha pubblicato un breve video fatto con un cellulare dove si vede un uomo che cammina lentamente, riprendendo una lunga scia di sangue mista ad acqua. 

Loro descrivono la scena così.

"Qualcuno decide ogni tanto di dedicare i pochi, rari minuti nei quali riesce a rientrare in possesso del proprio cellulare per cercare di documentare quel che accade nel Cpr di via Corelli e trasmetterlo all'esterno in disperata ricerca d'aiuto. È necessario - scrivono - prima sollevare almeno un angolo dello scotch che - senza alcun senso e senza alcuna legittimità nel già illegittimo sequestro dei telefoni - i gestori attaccano sulla videocamera dei cellulari dei trattenuti per impedire loro di riprendere e testimoniare la realtà che li circonda".

Il video girato dentro il Cpr

"Con un po' di attenzione - prosegue la descrizione - in un momento di distrazione delle forze dell'ordine, possono partire le "riprese" di un lugubre quanto inquietante brevissimo cortometraggio dell'orrore quotidiano del Cpr, al quale il regista affida la speranza che qualcuno lì fuori si accorga di lui. Sul pavimento, sangue fresco del più recente tra gli innumerevoli atti giornalieri di autolesionismo; due passi nel piccolo cortile sovrastato da alti pannelli di plexiglass e gabbie, dove si svolge la vita "all'aperto" dei trattenuti, ristretti per mesi e mesi in piccolissimi spazi".

"Sullo sfondo - dicono ancora - una voce lontana dal televisore, l'unico per i 28 abitanti del singolo settore, collocato così in alto in sala mensa e così nascosto dalle reti di protezione da poter essere a stento utilmente guardato. Il telecomando ovviamente non è nel "potere" dei trattenuti: neanche quello. La voce petulante e tipicamente impastata di chi abusa di psicofarmaci fa contrasto con una voce di donna di una qualche telenovela che evoca pomeriggi di vite "normali", con mamme e con mogli e con figlie dal volto ormai scordato da mesi, che chissà a casa come se la stanno passando".

"Tutto questo, gratuitamente e senza alcun senso. Tutto questo, perché qualcuno ha deciso che se non sei europeo non puoi partecipare al banchetto. Tutto questo - prosegue il post - perché nessuno parla, nessuno più già ora, quando il corpo dell'ultimo morto di Cpr, Moussa Balde, ancora neppure è stato sepolto: un paio di giorni dura la girandola delle dichiarazioni di circostanza e poi torna l'oblio".

La protesta contro il Cpr in San Babila

"Fa comodo a troppə fingere con se stessə e con l'elettorato che i Cpr non esistano; tantomeno - accusano - quello di una Milano ora intenta nella ripresa della sua vita di business e aperitivi in cui è troppo scomodo ricordarsi degli invisibili e di coloro che, se non lo sono abbastanza, lo devono diventare. E lo diventano, eccome, segregati tra mura altissime di cemento, porte blindate senza campanelli d'allarme dove fai in tempo a morire prima che ti vengano a soccorrere, mentre qualcuno cerca aiuto tirando calci alla porta di ferro: l'unico modo di farsi sentire. In 50 contro almeno il doppio, se non il triplo di forze dell'ordine, ma per lunghi giorni senza neppure un medico di guardia".

"Nelle intercapedini - descrivono - al di là delle cancellate, in piccole terre di nessuno tra un settore e l'altro, il massimo del colpo di scena è che ci finisca per gioco una scarpa, scatenando liti furibonde. Altrimenti, svolazza qualche involucro di quelle merendine di estrema sottomarca che si vendono a peso d'oro nello spaccio interno ad ulteriore profitto del gestore, e qualche briciola di biscotto gettata da qualche anima ancora tenera, per i piccioni. Questi sono meno fortunati di quelli di piazza Duomo, però possono sempre volare via. Intanto, beccano nel silenzio di tomba di interminabili giornate di nulla, sangue, metadone (per i più fortunati) e Rivotril. Nell'attesa che il prossimo, come "di moda" in questa primavera-estate Corelli 2021, decida di cercare la libertà gettandosi dal tetto, fratturandosi entrambe le gambe: se fa ambo, anzi se fa terno, con un po' di fortuna in più, forse (ma forse) uscirà".

"Altrimenti il destino, visto che le stampelle sono "oggetti contundenti", è restare abbandonato sul letto, totalmente dipendente dalla disponibilità di un compagno di stanza che non sia troppo sedato per riuscire a portarti in spalla alle turche nauseabonde. Buona ripartenza ,Milano", conclude amaramente la nota.

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