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Cronaca

Stupro di 14 anni fa, arrestato nel 2021: andrà a processo con rito immediato

L'uomo è stato incastrato dal Dna "incrociato" nel 2020: quello sul mozzicone di sigaretta rinvenuto nel luogo dello stupro corrisponde con l'arrestato

Processo con rito immediato, senza udienza preliminare, per il 49enne algerino arrestato il 16 gennaio per violenza sessuale e rapina ai danni di una donna dopo quattordici anni dal fatto, che avvenne a Milano alle sei di mattina del 20 agosto 2006 in un'area dismessa vicino a viale Umbria. Lo ha disposto il gip Tommaso Perna su richiesta del pm che segue il caso. 

La donna, un'italiana che all'epoca dello stupro aveva 41 anni, si era presentata alla clinica Mangiagalli di Milano sotto shock. Si stava recando alla fermata di un autobus quando era stata avvicinata da un uomo descritto come nordafricano di circa 35 anni che, con la scusa di domandare l'ora, l'aveva afferrata per le braccia e le aveva "tappato" la bocca con la mano, per poi trascinarla nell'area dismessa e stuprarla tre volte sotto minaccia con una grossa pietra. Poi le aveva rubato una catenina d'oro, il telefono e una ventina di euro in contanti ed era scappato. 

Le indagini immediate e la soluzione del caso dopo 14 anni

Nel corso del tempestivo sopralluogo eseguito da personale del Nucleo Operativo e della Sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale carabinieri di Milano, erano stati repertati alcuni mozziconi di sigaretta, uno dei pendenti che indossava la donna, il sasso utilizzato come arma impropria ed un capello nero. Tali reperti, oltre ai tamponi vaginali e ai vestiti indossati dalla vittima al momento dei fatti, erano  stati inviati al Ris di Parma per gli accertamenti biologici finalizzati all'estrazione di un eventuale profilo genetico.  

Era stato così possibile estrarre un profilo Dna maschile, appartenente alla stessa persona, ricavato da due reperti: un mozzicone di sigaretta e le tracce biologiche presenti sul tampone vaginale. Tuttavia, non essendo emersi ulteriori elementi nel corso delle incessanti attività d'indagine, il procedimento penale era stato archiviato. 

Il 30 novembre 2020, finalmente, il Ris di Parma ha trovato una coincidenza nella Banca Dati Nazionale Dna, istituita con la Legge 30 giugno 2009, n. 85, con cui l’Italia ha aderito al Trattato di Prüm del 2005, ma divenuta operativa a partire dal mese di gennaio 2017. Il Ris ha accertato una concordanza positiva, un match in gergo, tra il profilo Dna maschile tipizzato attraverso gli accertamenti biologici eseguiti sui reperti rinvenuti sulla scena del crimine con quello estrapolato da un tampone salivare eseguito all’indagato presso la Casa Circondariale di Milano San Vittore. L'agerino si trovava ristretto in carcere nel 2017 per un furto e, successivamente, scarcerato. Pertanto, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Monforte, a seguito della riapertura delle indagini e di una complessa attività info-investigativa, anche di tipo tecnico, coordinata dal procuratore aggiunto Mannella e diretta dal sostituto procuratore Menegazzo, hanno avviato serrate ricerche che hanno consentito di rintracciare l'indagato e portarlo in carcere.

Dopo l'arresto, l'uomo ha tentato di discolparsi affermando di non essere stato lui a stuprare la donna quattordici anni fa. Il suo avvocato ha presentato un'istanza di scacerazione che, però, nel mese di febbraio è stata respinta dal Tribunale del Riesame.

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