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"Hanno preso la mia ragazza, l'hanno alzata e l'hanno palpata nelle parti intime"

Il racconto di un giovane arrivato da Genova con la fidanzata per trascorrere il capodanno a Milano. E, per i pm, i due fermati sono quelli che hanno individuato le prede e dato il via alla violenza sessuale di gruppo

Ormai gli inquirenti ne sono quasi certi: le vittime delle violenze sessuali di gruppo in piazza Duomo a Milano, la notte di capodanno, non sarebbero nove, ma di più. Le segnalazioni stanno arrivando da varie parti d'Italia: si tratta di ragazze in visita nel capoluogo lombardo per il capodanno, come le due studentesse ventenni di Mannehim (Germania) che, a loro volta, hanno sporto denuncia alla polizia della loro città, una volta rientrate.

Nei giorni scorsi è emersa, per esempio, la testimonianza di un ragazzo di origine marocchina, che vive a Genova e che si trovava a Milano con la fidanzata. Dopo la mezzanotte ai Navigli, la coppia ha deciso di spostarsi in piazza del Duomo per proseguire i festeggiamenti ma, una volta arrivata, ha incrociato il branco. Ragazzi descritti come egiziani che si sono avvicinati ai due, gridando "buon anno" in arabo e accalcalndosi vicino ai due. Qualche istante, e a lui è stato rubato il telefono, lei è stata "sollevata da un gruppo di persone e iniziata a 'palpare' la zona intima, non riusciva a difendersi. La cosa è durata un minuto perché è intervenuta la polizia", come racconta lui in una segnalazione.

Tornati poi nel Genovese, il ragazzo ha denunciato ai carabinieri locali il furto del telefono. Lei, dopo qualche giorno, "ancora traumatizzata dopo una settimana", si è fatta coraggio e, sempre ai carabinieri della sua zona, ha denunciato la violenza sessuale subita.

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I due fermati: "Hanno scelto le prede"

Per venerdì 14 gennaio è intanto attesa la decisione del gip di Milano Raffaella Mascarino sulla convalida del fermo a carico del 18enne che vive a Milano, e che ora si trova a San Vittore: è uno dei due fermati insieme al 21enne che vive a Torino (in carcere a Ivrea). Secondo la ricostruzione del pm Alessia Menegazzo e dell'aggiunto Letizia Mannella, sarebbero stati loro due a 'selezionare' le ragazze vittime e ad avvicinarle con una scusa, per poi chiamare i loro amici e accerchiarle. Non un'azione 'premeditata' ma comunque effettuata con una dinamica da gruppo con i leader. Con tanto di 'muro' per confondere le forze dell'ordine e nascondere quanto stava avvenendo, mentre una parte di ragazzi palpeggiava le vittime, tentando di spogliarle degli indumenti intimi e in qualche caso riuscendo a farlo.

Il video dell'aggressione: circondate e molestate dal branco 

Sarebbero stati loro due, in altri termini, a dare inizio alle aggressioni. Diciotto al momento i ragazzi identificati, ma anche questo numero, come quello delle vittime, sarebbe destinato a salire: gli investigatori della squadra mobile, diretti da Marco Calì, stanno proseguendo con le analisi dei filmati di sorveglianza della piazza per dare un nome e un cognome ad altri volti. Gli indagati rispondono di violenza sessuale di gruppo, lesioni e rapina.

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