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Cronaca

Ragazza violentata da Robinho alla sua festa: lo stupro nel guardaroba di una discoteca

L'ex calciatore del Milan condannato a 9 anni. La ricostruzione dello stupro secondo il pm

L'avrebbero fatta bere fino a farla ubriacare. Quindi, l'avrebbero trascinata di peso in un angolo nascosto del locale per approfittare di lei. Poi, avrebbero commentato la loro "impresa" in alcune telefonate intercettate e registrate dagli investigatori. E proprio quelle telefonate hanno messo nei guai il "branco". 

Si sarebbero traditi da soli Robinho - ex calciatore del Milan - e i suoi amici, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo su una ragazza di ventidue anni. L'ex rossonero e un suo amico sono stati condannati giovedì dalla nona sezione del tribunale di Milano, presieduta da Mariolini Pransiti, a nove anni di carcere, mentre per altri quattro giovani - che pure avrebbero preso parte alle violenze - il processo è stato sospeso perché sono irrintracciabili. 

I giudici, quindi, hanno accolto le ricostruzioni del pm Stefano Ammendola, che per l'attaccante ora in forza all'Atletico Mineiro aveva chiesto un anno di cella in più.

L'ex Milan e i suoi cinque amici, stando alle indagini, avrebbero incontrato la vittima - una ragazza albanese che quella sera, il 23 gennaio 2013, festeggiava il suo 23esimo compleanno - in un noto locale di zona Bicocca. Per qualche minuto, Robinho si sarebbe allontanato dalla discoteca per accompagnare a casa sua moglie ma sarebbe poi tornato lì e avrebbe raggiunto nuovamente i suoi amici. A quel punto, i sei avrebbero "conquistato" la vittima, che già conosceva Robinho, e avrebbero iniziata a farla bere con - parole del pm - "modalità insidiose e fraudolente". 

Quando la ventitreenne è diventata - scrive sempre il pm - "incosciente e incapace di opporsi", Robinho e gli amici l'avrebbero portata di peso nel guardaroba del locale e lì avrebbero abusato di lei a turno. Era stata la stessa vittima, sei mesi dopo, a denunciare lo stupro, dando il là alle indagini che sono poi terminate con le condanne di giovedì. 

L'avvocato di Robinho, il legale Alessandro Keller, ha sottolineato - dopo la condanna - che non ci sono elementi probatori per sostenere che la ragazza era incosciente e che non avesse acconsentito al rapporto sessuale. Lo stesso calciatore, invece, ha affidato a Instagram le sue parole: "Sulle notizie riguardanti un fatto accaduto alcuni anni fa - hanno scritto dal suo 'staff' - abbiamo chiarito che si era già difeso dalle accuse, affermando che non aveva partecipato all'episodio. Sono già state adottate tutte le misure legali per questa decisione di primo gradi". 

È praticamente certo quindi che Robinho, che ora si trova in Brasile e si è detto "disgustato e triste", deciderà di ricorrere in Appello. 

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