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Cronaca Brera / Via Alessandro Manzoni

Volantini Brigate rosse all'asta, protestano poliziotti: "E il Comune dov'è?"

All'asta il volantino della condanna a morte di Moro. Protesta il Coisp. Berardi (figlio di una vittima terrorismo): "Il Comune poteva acquisire i documenti"

"Gli errori si pagano una vita, per taluni di essi una vita non dovrebbe nemmeno bastare". Protesta così, con un doloroso striscione, il sindacato di Polizia Coisp, davanti alla sede della Bolaffi in centro a Milano, dove giovedì sono messi all'asta 17 volantini delle Brigate rosse degli anni Settanta. Tra questi, la condanna a morte di Aldo Moro.

Accanto alla scritta ci sono le fotografie di Aldo Moro e degli agenti della scorta uccisi durante il rapimento, inoltre la fotografia degli scontri a Milano in via De Amicis con un giovane che con la P38 in mano sta sparando e la scritta 'Il dirigente' in riferimento al capo di gabinetto del vice sindaco di Milano che, appunto, è ritratto nella fotografia.

All'asta avrebbe voluto partecipare anche Giovanni Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, ucciso dalle Brigate Rosse a Torino. "Avremmo voluto partecipare - ha spiegato Berardi - ma da quello che sappiamo dalla base d'asta di 1.500 euro si è già saliti a 5 mila euro e noi non possiamo partecipare".

Volantini Brigate rosse e morte Aldo Moro

Berardi si è quindi detto indignato per il fatto che le istituzioni nazionali e milanesi non siano intervenute: "Avrebbero dovuto acquisire questi documenti - ha spiegato - perché riteniamo siano patrimonio di tutti e dovrebbero essere visibili soprattutto dai ragazzi che nei loro libri di scuola non trovano alcun riferimento a quel tragico periodo della storia del nostro paese".

"Sono indignato - ha proseguito - perché questi volantini verranno venduti come semplici francobolli e verranno acquistati da qualche sciacallo o da qualche feticista che ha piacere a vedere questi volantini senza pensare alla tragedia delle vittime delle Brigate Rosse. Davanti a queste cose penso che alla fine hanno vinto gli ex terroristi con le loro cooperative e con le loro case editrici".

Alla domanda di fare qualche esempio, Berardi ha spiegato: "Penso a Renato Curcio che ha una casa editrice e a tanti altri ex terroristi che lavorano nelle cooperative, ma penso anche a Peci, il primo pentito, che vive ancora in un paese estero grazie ai soldi dello stato. Penso ai tanti dissociati che nonostante siano passati così tanti anni mantengono ancora i segreti".

La Bolaffi prima dell'inizio dell'asta ha spiegato, attraverso Maurizio Piumatti amministratore della casa, che i proventi relativi all'intermediazione per la messa all'incanto del lotto saranno devoluti a sostegno delle iniziative benefiche di 'Specchio dei tempi' del quotidiano La Stampa. Piumatti ha quindi spiegato di aver manifestato direttamente al presidente dell'associazione italiana Vittime del terrorismo, Giovanni Berardi, "la disponibilità a contribuire all'acquisto dei volantini in base alla somma che l'associazione avrebbe stanziato per l'eventuale acquisizione del lotto".

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