Così i writers hanno vandalizzato la Galleria di Milano
In tre, hanno colpito e sono fuggiti nel giro di pochi istanti. Come hanno fatto
Un'azione studiata, mirata. Un blitz quasi chirurgico portato a termine in pochi secondi. Il tempo di colpire, fuggire e sparire, almeno per ora. Così tre writers - tutti vestiti di nero, per non essere riconoscibili - lunedì sera hanno vandalizzato la facciata della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, a due passi dal Duomo, nel cuore della città.
Il raid, stando a quanto finora ricostruito, è scattato alle 22.28 in punto. I writers sarebbero saliti da una scala di servizio che si trova accanto alla Galleria, che porta proprio alla sommità del salotto buono di Milano, dove un tempo si organizzavano anche proiezioni cinematografiche. Una volta giunti in cima, i graffitari hanno lasciato le loro firme nel punto più alto: un paio di tag con bombolette verdi e nere, un'altra scritta con una stella a cinque punte e un "King" seguito da un cuore.
Video | Il blitz dei writers sulla Galleria
Quando gli agenti del nucleo Duomo della polizia locale hanno dato l'allarme e sono saliti, i tre erano già spariti nel nulla, scappando dai tetti e facendo perdere le proprie tracce. In Duomo sono poi arrivati anche i vigili del fuoco, che con un'autoscala sono saliti in quota per valutare i danni - sarà sicuramente necessario un restauro - e gli agenti della Digos. I poliziotti hanno già certificato che non ci sono eventuali matrici politiche né ambientali dietro il gesto, che sembra chiaramente l'opera di una "crew" di graffitari.
I tre, infatti, hanno agito esattamente come fanno i gruppi di writers che - molto spesso arrivando dall'estero, Spagna soprattutto - prendono di mira i depositi Atm e i treni della metropolitana. Il blitz, avvenuto tra l'altro sotto gli occhi di turisti e milanesi che hanno reagito fischiando, ricorda infatti molto da vicino quel modus operandi ed è verosimile che le indagini dei ghisa siano già indirizzate in quel senso. Anche perché appare abbastanza palese che un'azione tanto eclatante, fatta in centro e non a notte inoltrata, non può che portare la firma di qualche writers, sempre alla ricerca di sfide più "estreme".
"Deploriamo fortemente quanto è accaduto questa notte, quando alcune persone hanno deturpato e danneggiato la Galleria Vittorio Emanuele, la Galleria dei milanesi, simbolo della nostra città - ha commentato Marco Granelli, assessore alla sicurezza del comune di Milano -. Stiamo cercando di individuarli con la polizia locale per consegnarli alla giustizia, affinché proceda come bisogna fare nel rispetto delle leggi e dei nostri monumenti. Poi stiamo cercando di fare tutto quanto è possibile per restituire subito il monumento ai milanesi, pulire e togliere le scritte e restituirlo alla nostra città".
"Adesso basta, evidentemente anche l'imbecillità si diffonde per contagio: i responsabili di questa inutile follia siano individuati al più presto e paghino di tasca loro i lavori necessari al ripristino della facciata della Galleria Vittorio Emanuele di Milano", gli ha fatto eco l'assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso. "Stiamo parlando dell'ennesimo episodio di vandalismo di luoghi storici del nostro patrimonio artistico e culturale. È una escalation che non lascia spazio a tante interpretazioni: si tratta di soggetti che non hanno il minimo rispetto della nostra storia, con un grado di incultura ormai intollerabile"."Devono pagare fino all'ultimo centesimo", le parole del presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha parlato di "deficienti che hanno vandalizzato la facciata di Galleria Vittorio Emanuele. Li prenderemo. Non possiamo accettare - ha concluso - che le nostre città e la nostra cultura siano continuamente imbrattate e vandalizzate. Massimo della pena".