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Com'è l'abitare contemporaneo? Ecco la mostra "999" in Triennale

Dall'innovazione tecnologica a quella di costume: la società cambia, le case seguono i mutamenti. Una mostra a Milano spiega come

«La vita in casa ripresa in time-lapse: quanto durerebbe?». «Una casa è un aggregatore di comunità?». «Dove abita il silenzio?». «Nel tuo ascensore si fanno incontri interessanti?». «La seconda casa è sinonimo di una seconda vita?». Sono solo alcune delle 999 domande sull'abitare contemporaneo protagoniste della mostra omonima ("999 domande sull'abitare") allestita alla Triennale dal 12 gennaio al 2 aprile 2018, sponsorizzata da Edison, con inaugurazione (affollatissima) l'11 gennaio.

L'abitare contemporaneo non è più (soltanto) "una casa per la famiglia" ma risponde a necessità più complesse, più variegate, andando di pari passo con la maggior varietà della e nella società. Gli allestimenti tentano di dare soluzioni alle nuove esigenze dell'abitare, mostrando strategie tecnologiche (come la domotica, gli arredamenti fonoassorbenti e altro ancora) oppure progettuali, per venire incontro a chi non desidera soltanto "un tetto" ma chiede un ambiente adatto ad una vita differente da quella della società industriale.

Così possiamo osservare le soluzioni per la "casa di un artista", illustrata da Base Milano, nonché le abitazioni con spazi condivisi secondo la co-dividual architecture, cioè una architettura che dà una nuova risposta alla pratica del vivere condiviso nell'era della sharing economy, dei social media, del superamento dell'individualismo sul lavoro e nel tempo libero. Negli spazi comuni di queste nuove case si organizzano attività non individuali, che possono essere di svago o economiche (una start-up, un ristorante, un farming urbano o qualunque altra idea possa venire in mente ai coinquilini).

L'abitare contemporaneo: domande e risposte

La mostra non è stata costruita secondo una direzione precisa. I curatori hanno invece preso contatti con una serie di soggetti che sarebbero stati interessati ad esporre e il risultato è un collage dei progetti specifici a cui stavano lavorando quei soggetti. Nessuna decisione a priori, proprio perché l'intento era quello di costruire una documentazione delle reali risposte alle 999 reali domande. O ad alcune di queste. Visitare "999 domande sull'abitare" diventa dunque un percorso di suggestioni, utile anche a chi non è "del settore" ma è comunque incuriosito dal tema che, in ogni caso, riguarda tutti.

Riguarda tutti, infatti, l'innovazione tecnologica, che sempre più entra nelle case attraverso i sistemi di domotica o anche le soluzioni per automatizzare gesti quotidiani, come cucinare. Riguarda tutti l'innovazione di costume, che porta ad esempio ad affittare una stanza della propria casa a sconosciuti o diventare gli sconosciuti che prendono in affitto una stanza in casa d'altri, secondo il modello di Airbnb. E riguarda tutti l'innovazione sociale: Milano è una città in cui, da anni, i single rappresentano il nucleo familiare più diffuso. Ma se la società si modifica, è logico che si modifichi anche l'offerta abitativa, l'ambiente di vita delle persone.

L'abitare contemporaneo e la fotografia

Anche per cogliere questi mutamenti, il Museo di Fotografia Contemporanea ha chiesto a sette giovani fotografi di interpretare il tema dell'abitare con documentazioni visive che, a progetti ultimati, verranno acquisite nelle collezioni del museo. I progetti sono tuttora in corso e non sono esposti, ma vengono comunque descritti. Tommaso Mori indaga R-Nord, un complesso di edilizia popolare a Modena in via di riqualificazione. Marco Passaro e Gloria Guglielmo fotografano le persone che vivono "La Penicillina", a Roma, cioè l'ex fabbrica di Penicillina Leo, inaugurata nel 1950 e dismessa negli anni '90, ora occupata da senzatetto. Saverio Cantoni e Viola Castellano esplorano le case delle persone «per capire le persone», in una indagine (soprattutto effettuata a Milano) che prende a prestito concetti e metodi della sociologia visuale e dell'antropologia visaule.

Dario Bosio studia otto co-housing, condomini solidali o ecovillaggi del Nord Italia per capire motivazioni, benefici e ostacoli di questo nuovo modo di vivere e abitare. Alcune delle opere saranno realizzate dagli stessi protagonisti secondo i dettami della shared anthropology. Francesca Cirilli "viaggia" con la macchina fotografica nella sua Torino entrando in una trentina di abitazioni disponibili su Airbnb, immedesimandosi in una turista. Rachele Maistrello si concentra su Pennabilli, località della Valmarecchia tra la Romagna e le Marche, per esplorare le abitazioni rurali negli anni '10 del XXI secolo e intercettarne il mutamento. Flavio Moriniello, infine, intende costruire una "street view dell'abitare" ricevendo contributi da un numero non definito a priori di immagini di persone che si autoritraggono nelle loro case (o le ritraggono). Il risultato sarà una mappa che restituirà la complessità dell'abitare contemporaneo.

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