rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

Angelo Pirocchi: piccoli librai, indipendenti e “Facebookiani”

Una pagina Facebook in cui tutte le librerie indipendenti di Milano si ritrovino per segnalare eventi, appuntamenti e iniziative, uno spazio comune gestito da tutti per farsi conoscere. Ecco l'iniziativa di Angelo Pirocchi, titolare de La Libreria Militare di Milano. L'intervista di Milano Today

Come mai la scelta di Facebook come mezzo di comunicazione, non era meglio un sito web?


Facebook è comodo e veloce: un sito va costruito, ci vuole più tempo e capacità e poi qualcuno che lo gestisca e carichi i contenuti, o altrimenti ogni libreria deve avere l’accesso al sistema di controllo ma  non tutti sanno gestire bene le piattaforme. Facebook invece si crea in un attimo, è precostituito, e basta che i librai siano iscritti con un loro profilo o una loro pagina per postare messaggi comuni sulla bacheca potendo parlare di sé e della loro attività. Facile, comodo, veloce, gratis e virale, e quindi un ottimo mezzo per comunicare, soprattutto per chi, come i librai indipendenti, fa tutto in prima persona: gestiscono la libreria e non c’è molto tempo per dedicarsi ad altro.


Cosa succede oggi alle piccole librerie, alle librerie indipendenti?


Semplicemente che subiscono la concorrenza delle grandi catene di librerie generaliste come Mondadori, Giunti, Feltrinelli, che non riescono a stare al loro passo e spesso soccombono. Questi grossi attori esauriscono tutto il mercato e riescono a praticare prezzi impossibili per noi piccoli.


Come funziona questo meccanismo?


Le grandi catene di librerie distribuite sul territorio nazionale hanno un tale potere di contrattazione sia con i distributori che con gli editori da decretarne a volte la vita e la morte. Prendiamo in caso degli editori, la quantità di merce trattata, il numero di copie che ordinano è molto alto e riescono quindi a imporre i prezzi che vogliono loro. Per questo motivo riescono a praticare sconti che vanno ben oltre il 15% concesso dalla legge e che viene ogni volta superato chiedendo l’autorizzazione al Comune. Noi indipendenti invece siamo soli, singoli e piccoli e non abbiamo lo stesso potere ricattatorio nei confronti degli editori, tant’è che praticare certi sconti, visto quanto paghiamo i libri, è per noi impossibile e vorrebbe dire il fallimento. C’è poi un’ulteriore difficoltà per noi piccoli in questo momento perché è stata tagliata l’agevolazione sulle tariffe postali per l’editoria.


Perché  e in che modo questo taglio sfavorisce voi? Non è la stessa cosa per le grandi catene?


Il taglio nelle agevolazioni postali consiste nel fatto che lo Stato, avendo finito i soldi, non paga più le Poste per le spedizioni di libri o di tutto ciò che sia simile a libri. Questo valeva in generale per i giornali, i quotidiani ed anche per l’editoria libraria e consisteva, per essere pratici, nel fatto che una spedizione del peso di tre kg veniva a costare 0,97 centesimi mentre ora costa 7 euro. Ovviamente la diferenza ce la metteva lo Stato e adesso sono gli editori a pagare. Quello che succede è che questi si rifanno sulle librerie e la spedizione l’addebitano a noi. Nel caso però delle grandi catene è diverso perché loro hanno la grande distribuzione e spesso quindi gli editori, i grandi editori intendo,  non passano neanche per le Poste, anzi contrattano direttamente con i distributori e vista la mole di spedizioni che fanno spuntano prezzi molto agevolati.


Quali sono allora le possibilità  per gli indipendenti?


L’unica possibilità per i piccoli è quella di specializzarsi, non essere generalisti. Ci sono anche degli indipendenti generalisti, cioè che vendono di tutto, letteratura, romanzi ecc., e forse li aiuta la collocazione nel tessuto cittadino, spesso si tratta di librerie di quartiere, ma comunque sinceramente non mi spiego come facciano a resistere. Le grandi catene sono comunque collocate in punti strategici della città e quindi è facile che anche chi abita in periferia ci entri in contatto. Al contrario esistono librerie indipendenti ultraspecializzate dove trovi quello che non troveresti nelle libreire Mondadori o Feltrinelli. Noi siamo specializzati nell’aspetto militare, strategia, giochi, storia, armi e ci rivolgiamo ad un pubblico specifico, abbiamo il nostro pubblico, altre librerie sono specializzate su temi sociali. In questo tipo di librerie si trovano anche piccoli editori che non sono distribuiti dalla grande distribuzione perché costa troppo e che noi indipendenti andiamo a cercare uno per uno, sono editori di nicchia.


Qual è la differenza tra il libraio indipendente e la grande catena?


La grande catena è spersonalizzata, non trovi più il libraio che ti consiglia, noi al contrario abbiamo un rapporto con il cliente, consigliamo libri, conosciamo i gusti, abbiamo clienti abituali, parliamo dei libri che abbiamo sullo scaffale.


Se non avessi fatto il libraio cosa avresti fatto nella vita?


Prima di diventare libraio ero ricercatore universitario di Storia delle istituzioni militari, la libreria l’ho aperta per passione 13 anni fa, nel 1997 ma la scelta dell’argomento non è stata fatta a caso. Avrei fatto quello, ma lo spazio nell’università italiana non è mai troppo anzi forse proprio non c’è, speriamo non chiudano anche tutti gli spazi nel mercato librario.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Angelo Pirocchi: piccoli librai, indipendenti e “Facebookiani”

MilanoToday è in caricamento