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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Lauree allo Ied, anche quando non era sede riconosciuta dal ministero: il caso

La questione riguarda le sedi di Torino e Cagliari

E' bufera sullo Ied, Istituto europeo di design con sedi in diverse città in Italia e all'estero, per via di titoli di laurea che potrebbero essere incongruenti rispetto ai dettami del ministero dell'Istruzione. Sarebbero ben 211 i titolo di laurea su cui ruota il caso, di cui 140 già bloccati dal ministero. Il problema sta nelle lauree rilasciate dalle sedi di Torino e Cagliari subito dopo che il ministero aveva riconosciuto loro la possibilità di rilasciare titoli accademici, possibilità che era già in vigore per la sede centrale di Milano (dal 2010).

Il "la" è quindi la fine del 2012, quando arriva dal ministero questo riconoscimento per Torino e Cagliari. Nessun problema per chi si è iscritto al primo anno nel 2012/2013, mentre occorreva prendere una decisione per chi fosse iscritto ad anni successivi. Per chi doveva iscriversi al secondo anno, viene concesso di optare per l'iscrizione al corso di laurea ora riconosciuto dal ministero attraverso un'equiparazione di crediti del primo anno, già conseguiti.

Per quelli del terzo anno, lo Ied decide nel settembre del 2014 di concedere agli studenti di recuperare a parte i crediti che mancavano per ottenere il titolo di studio (la triennale vale sempre, lo ricordiamo, 180 crediti). Ma la soluzione non pare essere delle più limpide, perché il ministero blocca 132 richieste di laurea dell'anno 2013/2014, tutte quelle afferenti a Torino. Ad un certo punto, riferisce il Corriere, lo Ied comincia a dichiarare che gli studenti hanno frequentato il primo anno a Milano, che - lo ricordiamo - dal 2010 è sede riconosciuta per il diploma di laurea. 

Nemmeno questo, però, basta al ministero, che vuole vederci chiaro sia sugli anni frequentati in una sede che non era ancora autorizzata alle lauree sia su eventuali riduzioni dell'impegno formativo. Stefano Boeri, che da presidente della Triennale amministra Fondazione Morelli, proprietaria di Ied, dà incarico a Luca di Giacomo, consulente strategico di Bain & Company, di avviare una indagine per fare piena luce sulla vicenda con trasparenza. Ma il suo incarico viene poi bloccato da altri soci dello Ied. E la partita non è chiusa.

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