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Dal “lettore di occhi” al “pastore di culto”: i mestieri più strani in città

L'Anagrafe ha creato un elenco dei mestieri più rari, costruito sulle dichiarazioni dei cittadini al momento di compilare la carta d'identità. Si va dall'iridologo al domatore, passando per il pantografista e tanti altri

Chiunque voglia sapere come sta semplicemente affidandosi al proprio occhio può provare a fare un giro da un iridologo. Chi, invece, ha qualche animale da far domare, non addomesticare, può sempre cercare il numero di un domatore. Per chi volesse far pulire la propria canna fumaria, ci sono ben due “vecchi” spazzacamini. 

Non mancano a Milano, mestieri antichi e rari, che qualche coraggioso lavoratore ha deciso di portare avanti nonostante siano un po’ fuori tempo o “fuori tema”. L’Anagrafe, basandosi sulle dichiarazioni dei cittadini al momento del rilascio della carta d’identità, ha deciso di stilare un elenco proprio sui mestieri più strani in città. 

E, in effetti, ce ne sono delle belle. Menzione d’onore spetta all’unico iridologo in servizio a Milano. A prima vista potrebbe quasi sfuggire la particolarità, collegando semplicemente la parola a qualcosa di medico inerente gli occhi. Ma a cercar bene si scopre che l’iridologia è una pseudoscienza che analizza l’iride delle persone per indagarne gli aspetti psichici, oltre che eventuali malfunzionamenti fisici.

L’iridologo, però, è in buona compagnia in fatto di mestieri curiosi. Scorrendo l’elenco, infatti, si scopre che a Milano vivono anche un domatore, due commissionari, due parolieri, due guide polari e due spazzacamini.

Milanesi “coraggiosi” si trovano anche nella categoria sportiva, popolata da due fantini, un calciatore, un accompagnatore di montagna, due maestri di karate e tre di judo, quattro paracadutisti e tre istruttori di scherma. E poi c’è chi ha fatto dei propri ideali e dei propri hobby una professione, come il metafisico, i tre ambientalisti e il filatelico.

Basta poi un po’ di fantasia per far diventare curiosa anche una professione abbastanza comune. È il caso degli unici due milanesi che sulla propria carta d’identità hanno scritto ‘creatori di alta moda’, che di certo in una città come Milano non sono soli. Stesso discorso per i due ‘pastori di culto’, non unici ma di certo rari per quel che riguarda la definizione scelta.

Altri, invece, hanno puntato su un lavoro meno fantasioso, ma dal nome poco comune. E così a Milano ci sono ancora in giro un figurinista, un pantografista, due galvanotecnici e due fisiochinesiterapisti. 

Chissà che l’elenco non diventi spunto per qualcuno in cerca di lavoro. D’altronde, la concorrenza non può essere molta. 

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