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Cultura

A Palazzo Morando inaugura "Milano e la Mala": la storia della criminalità meneghina

La mostra di Palazzo Morando racconta Milano attraverso l'evoluzione della crimalità

Dal 9 novembre 2017 all'11 febbraio 2018 Palazzo Morando accoglie Milano e la Mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca, a cura di Stefano Galli.

170 oggetti -tra immagini d'epoca, documenti, giornali, reperti storici e undici armi da guerra o appartenute ai malavitosi- raccontano la storia della criminalità milanese dalle prime rapine della Ligera ai reati dei criminali più noti come Luciano Lutring, Francis Turatello e Renato Vallanzasca.

"Milano e la Mala" a Palazzo Morando (foto Dragotto/MilanoToday)

Il percorso espositivo

Il lato oscuro di una metropoli in ascesa economica, tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '80, prende vita attraverso una mostra insolita e originale, che espone 'strumenti del mestiere' come i dadi usati nelle bische, le armi utilizzate dalla polizia per combattere il crimine e persino la custodia del mitra di Luciano Lutring. A contraddistinguere il percorso espositivo, immagini forti, una documentazione rigorosa e un forte spirito storico, elementi attraverso cui si delineano le figure più significative della malavita e i quartieri milanesi maggiormente interessati dalla criminalità -dal Giambellino all'Isola, passando per la Conca del Naviglio. Al centro dell'attenzione soprattutto il ruolo della questura di Milano e della Polizia di Stato, che hanno anche collaborato in primo piano alla realizzazione della mostra.

La celebrazione degli eroi civici

Protagonisti dell'esposizione sono quindi anche i poliziotti impegnati nella lotta alla criminalità, come Mario Nardone e Achille Serra. A proposito di questo aspetto, durante la conferenza di presentazione della mostra a Palazzo Morando, il Questore di Milano Marcello Cardona ha affermato: "Parte di questa storia l'ho vissuta da giovanissimo funzionario e ricordo come quelli degli anni '80 furono momenti in cui non si poteva respirare. L'aggressività e la violenza erano alle stelle. I morti venivano lasciati per strada. Ma, grazie al lavoro meticoloso e tenace delle forze dell'ordine -che in alcuni casi hanno pagato un caro prezzo in termini di perdita di vite umane- oggi il miglioramento a livello sociale è innegabile. Per questo credo che Milano e la Mala sia anche una storia della Polizia di Stato".

"Milano e la mala": la mostra (Foto S.M.P)

Una narrazione a carattere storico

Alla presentazione della mostra il curatore Stefano Galli, che ha voluto ringraziare la Questura di Milano, ha sottolineato: "Questa esposizione racconta la storia di Milano con un taglio insolito. Il rischio era di creare una galleria di 'cadaveri fotografici', invece ne è uscito un racconto vivo che narra l'evoluzione della Mala, dai primi gruppi della Ligera fino ad arrivare a un'organizzazione sempre più strutturata. Il periodo più drammatico di questa narrazione sono gli anni '70. In questo decennio la città cambiò la propria socialità. Rapine e rapimenti avevano creato una sorta di coprifuoco. Successivamente la criminalità arrivò a controllare monopolisticamente tutto: il traffico di droga in primis, ma anche il racket del gioco, la prostituzione, il contrabbando e i night club. E fu allora che divenne decisa e feroce, trasformando Milano nella città dei mitra".

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