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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Instagram, tour virtuali, podcast: i musei si aprono al digitale. La ricerca del Politecnico

Il 95% dei musei ha un sito web, cresce la presenza sui social. Molti hanno diffuso contenuti digitali, alcuni anche a pagamento. E sul fronte sanitario investimenti iniziati prima della pandemia

Si sono ridotti in media del 56% gli introiti dei museei dalla vendita dei biglietti nel corso del 2020, così come quelli derivati da altri servizi commerciali, portando a un maggior "peso" dei finanziamenti (pubblici e privati) per far quadrare i bilanci: dal 53% delle entrate nel 2019, l'anno successivo sono passati al 59%. Lo rivela una ricerca dell'osservatorio innovazione digitale nei beni culturali della school of management del Politecnico di Milano.

Durante la pandemia covid, l'80% dei musei ha offerto almeno un contenuto digitale, il 48% ha proposto laboratori e attività didattiche online soprattutto per le scuole, il 45% ha offerto tour e visite guidate online, il 13% ha offerto i podcast. La maggior parte delle istituzioni museali e culturali ha scelto di fornire questi contenuti in modo gratuito, almeno all'inizio. Una scelta che, secondo la ricerca, può essere strategica se si vuole utilizzare il prodotto digitale per aumentare l'engagement, ad esempio come stimolo per la visita fisica. Il 22% dei musei ha invece sperimentato modelli a pagamento: il 13% ha venduto il singolo contenuto digitale (soprattutto tour virtuali), il 13% un pacchetto di servizi con inclusi corsi e podcast. Ben l'86% si è dichiarato soddisfatto della risposta del pubblico per i contenuti gratuiti, ma molto alta la soddisfazione delle istituzioni culturali anche per quelli offerti a pagamento: si è dichiarato soddisfatto il 62%.

Crescono i musei su Instagram

Se il 95% dei musei ha ormai un sito web, l'83% ha un account ufficiale sui social network, e la crescita è stata notevole: nel 2020, infatti, ad utilizzare i social era il 76% dei musei. A "trascinare" l'incremento è stato soprattutto Instagram. "Grazie al digitale, si è aperta l'opportunità di ripensare il rapporto con l'utente come un'esperienza estesa, nel tempo e nello spazio, in quanto non confinata al luogo e al momento dell'esperienza in loco, ma potenzialmente continua e accessibile da qualsiasi luogo e in qualunque momento", commenta Michela Arnaboldi, responsabile scientifica dell'osservatorio del Politecnico.

E' aumentato anche considerevolmente il numero di musei che hanno pubblicato la collezione digitalizzata sul proprio sito web (dal 40% del 2020 al 70% del 2021); un dato non inaspettato, considerando che gli stessi contenuti vengono poi utilizzati per laboratori e attività didattiche, tour e visite guidate, corsi di alta formazione. Cresce la percentuale di musei, monumenti e aree archeologiche che offrono la possibilità di acquistare il biglietto online, passando dal 23% al 39% dei musei che hanno un sistema di biglietteria (pari al 65% del totale).

Foto - Post su Instagram della Pinacoteca di Brera nei giorni di Pasqua

post instagram pinacoteca brera-2

Prevenzione sanitaria, investimenti prima del covid

Sul fronte della prevenzione sanitaria: più della metà dei musei, per l'esattezza il 55%, negli ultimi tre anni aveva già iniziato a investire in sistemi per la salvaguardia della salute e il distanziamento fisico, e il 42% in impianti di videosorveglianza ora utili a garantire la visita delle esposizioni nel rispetto delle norme anti covid.

Sul fronte della fruizione, invece, il 70% dei musei adotta almeno uno strumento digitale per chi visita il luogo "in presenza". Tra i più diffusi il Qr Code e il Beacon (il 33% ne fa uso), l'audioguida (il 32%) e gli schermi touch screen (il 32%). Il 25% delle istituzioni culturali mettono a disposizione un'applicazione. 

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