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Cultura

Gnomo, l'erotismo giapponese negli "Shunga Movies"

Dal 19 al 24 gennaio al cinema Gnomo “Shunga Movies”, una rassegna sul cinema erotico giapponese curata da Stefano Locali. L’evento nell’ambito degli eventi collaterali alla mostra “Shunga” di Palazzo Reale

Lo Gnomo ospita il cinema erotico giapponese in una rassegna curata da Stefano Locati nell'ambito degli eventi collaterali alla mostra “Shunga” di Palazzo Reale. Una piccola e intensa suggestione d'Oriente in cinque serate dal 19 al 24 gennaio.
Dal Giappone arriva una originale rappresentazione della sensualità, lontana dai canoni per noi tradizionali dell'erotismo e carica di simboli e pulsioni da decifrare.

La rassegna "Shunga Movies" , curata da Stefano Locati e in programma al Cinema Gnomo dal 19 al 24 gennaio, si colloca nell'ambito degli eventi collaterali alla mostra “Shunga, Arte ed Eros nel Giappone del periodo Edo” in corso a Palazzo Reale e, partendo da una riflessione sui racconti del cuscino delle dame dell’antica nobiltà feudale e dalle stampe che ritraevano fantasie e realtà dei quartieri del piacere, ne illustra l'interpretazione del ventesimo secolo, realizzata attraverso il mezzo cinematografico.

Promossa dal Comune di Milano e dalla Fondazione Mazzotta, la rassegna offre uno spaccato sfaccettato dei diversi periodi e filoni del cinema erotico giapponese che rivela spesso matrici letterarie con molte trasposizioni da romanzi celebri e una miriade di generi e sottogeneri, moltiplicatisi nel tempo. Si parte con la proiezione del celebre “L’impero dei sensi” di Nagisa Oshima e si prosegue con opere di autori come Kon Ichikawa, Yasuzo Masumura, Koji Wakamatsu, Noburu Tanaka, Ryu Murakami, Tatsumi Kumashiro, Kaneto Shindo e Takashi Ishii, fino ad attuare, nella giornata di mercoledì 20, un confronto diretto con la nostra cultura attraverso due film italiani ispirati a classici giapponesi, “La chiave” di Tinto Brass e “Interno berlinese” di Liliana Cavani.

Prosegue con questo ciclo di racconti in chiave cinematografica l'incontro tra Milano e il Giappone, cominciato nel 2009, a ragione designato “anno del Giappone a Milano” e proseguito in questi primi mesi del 2010. Musiche tradizionali, danze e momenti rituali come la cerimonia del tè o la vestizione del Kimono, e quattro mostre tematiche. Si è partiti dall'omaggio alla Madama Butterfly di Puccini presso il Castello Sforzesco, per continuare con la mostra a cura di Akira Tatehata che al PAC ha promosso il fulcro della produzione recente di Yayoi Kusama, la più importante artista contemporanea giapponese, fino alla selezione ineguagliata di capolavori provenienti dai più prestigiosi musei giapponesi, tuttora in corso a Palazzo Reale, che illustra il periodo che va dalla seconda metà del XVI alla seconda metà del XIX secolo e due delle fasi storiche più importanti nella storia culturale, sociale e artistica del Giappone, il periodo Momoyama (1568-1615) e il periodo Edo (1615-1868), ovvero quell’affascinante capitolo della storia giapponese identificato con la nascita del mondo moderno.
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