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Martedì, 16 Aprile 2024
Cultura

Continuano le polemiche sui sauditi nel cda alla Scala: è scontro tra Sala e Fontana

Il sindaco e il presidente della Regione: rimpallo di responsabilità su Facebook

Si fa sempre più intricata (e politica) la vicenda della compagnia petrolifera saudita che vorrebbe entrare nel consiglio d'amministrazione della Scala finanziando 15 milioni di euro in tre anni la Fondazione del Teatro è sempre più politica, e sempre più intricata. La cosa avrebbe dovuto essere sancita con un consiglio d'amministrazione straordinario indetto il 18 marzo, ma la polemica è esplosa e non è possibile sperare che d'un tratto ritorni sotto il tappeto fino a quella data.

L'ingresso saudita nel cda si interseca con la successione di Alexander Pereira, in procinto di finire il mandato da sovrintendente del teatro più importante del mondo. E' stato proprio Pereira a togliersi qualche (pesante) sassolino dalla scarpa, accusando direttamente la Lega di avere intessuto i primi rapporti con i sauditi per farli entrare alla Scala attraverso il giornalista Max Ferrari, molto vicino al governatore lombardo Attilio Fontana (stesso partito e stessa città, Varese).

La Lega però, nelle sue dichiarazioni ufficiali, sembra non essere contenta dell'ingresso dei sauditi. "Possiamo farne a meno", ha commentato Matteo Salvini, leader del partito e ministro dell'Interno. E lo stesso Fontana, bollando come "fake news" l'interessamento di Max Ferrari per raggiungere l'accordo, ha definito la Scala "un simbolo importante e prezioso della milanesità, della nostra cultura. Se qualcuno mi avesse chiesto un parere, avrei espresso la mia contrarietà, a prescindere dai soldi, che certamente servono".

Sauditi alla Scala: rimpallo di responsabilità

Insomma, si chiamano tutti fuori. Anche il ministro dei Beni Culturali, il pentastellato Alberto Bonisoli, che detta una linea prudente: preferisce che si espongano quelli direttamente coinvolti (ma il Governo italiano ha un membro nel cda della Scala, il finanziere Francesco Micheli) e aggiunge soltanto che non vede bene "un governo" nel cda. Già, perché probabilmente il saudita prescelto sarà il principe Badr, ministro della Cultura in carica. 

Sul fronte "social" si registra uno scontro molto acceso tra il sindaco di Milano Beppe Sala (che è presidente di diritto del cda della Scala) e il governatore lombardo Attilio Fontana. Caustico il primo cittadino, su Facebook: "Noto che più d'uno non resiste alla tentazione di partecipare al gioco del 'io non c'ero e se c'ero dormivo'. Oggi si iscrive a questo club il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana". E ricorda che l'11 febbraio, in un altro cda, si è dibattuto della questione. Il governatore ha pronta la replica: "Sala prova a distrarre dal fatto che non solo aveva seguito la cosa dall'inizio e passo dopo passo, ma che l'ingresso dei sauditi nel cda del teatro più importante del mondo evidentemente lo voleva e lo vuole".

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