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Cultura

Scala, Pereira va al Maggio Fiorentino. Sindacati al Comune: "Garanzie sui piani"

Il sovrintendente lascerà prima del tempo. Le sigle sindacali chiedono garanzie sul rispetto di quanto già pianificato in teatro

Alexander Pereira, al momento sovrintendente della Scala, ricoprirà lo stesso ruolo al Maggio Fiorentino. L'austriaco ha accettato la proposta pervenutagli dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. Pereira era comunque in scadenza alla Scala, tant'è vero che era stato già scelto il successore, il francese Dominique Meyer.

Ma il nuovo incarico al Maggio cambia i tempi del passaggio di consegne. Finora, infatti, si dava per certa una proroga di Pereira fino al 2021 inoltrato, con un periodo di "coesistenza" con Meyer. Per la verità, i tempi esatti non si conoscono ancora. Tutto dipende da quando Pereira dovrà a questo punto trasferirsi sull'Arno.

Ma alla Scala i sindacati cominciano ad agitarsi. Chiedono un incontro urgente col sindaco di Milano Beppe Sala (che, di diritto, è presidente del consiglio d'amministrazione della Fondazione Scala), perché se la programmazione è già approntata, ora i lavoratori chiedono rassicurazione sul fatto che verrà tutto confermato. A prescindere dalla rapidità con cui Pereira si avvicenderà. Qualcuno dice che starà comunque fino alla scadenza di febbraio 2020, qualcun altro ipotizza il trasferimento dell'austriaco fin da dopo la "prima" di Sant'Ambrogio, che per la cronaca sarà la Tosca.

Il caso dei soldi sauditi

A cavallo tra 2018 e 2019, Pereira era finito nella bufera per i soldi dell'Arabia Saudita: 15 milioni di euro in tre anni e, in cambio, l'ingresso di un nome di fiducia del governo saudita nel cda della Scala. Il problema, per molti, era rappresentanto dall'arretratezza oggettiva del Paese riguardo ai diritti umani. Uno stato in cui le donne possono guidare e andare allo stadio da poco, ma con ancora forti limitazioni. 

Quando la questione è diventata di dominio pubblico, è stato impossibile per chiunque difenderla. Non ha più potuto farlo il sindaco Sala e nemmeno i leghisti, anche se (secondo Pereira) leghista è stato colui che maggiormente avrebbe organizzato l'accordo coi sauditi (il giornalista di Varese Max Ferrari). 

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