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Riaperto il Teatro Lirico dopo 22 anni: "Calore meraviglioso dalla città"

Il direttore del Lirico parla dopo la serata di riapertura del Lirico con lo spettacolo di Ale e Franz

Più di mille spettatori, mercoledì 22 dicembre, per la prima volta del Teatro Lirico intitolato a Giorgio Gaber, che ha rialzato il sipario dopo ventidue anni e un lungo restauro. In scena 'Comincium', lo spettacolo di Ale e Franz. In platea, tra gli altri, Renato Pozzetto, che è anche consulente artistico del Lirico, il suo storico 'compagno d'avventura' Cochi Ponzoni, Claudio Bisio e Massimo Moratti. "Il più bel regalo culturale che si potesse fare a Milano in vista del Natale", ha commentato Matteo Forte, direttore del teatro e amministratore delegato di Stage Entertainment. MilanoToday ha parlato con lui della riapertura e del futuro del Lirico, il teatro 'gemello' della Scala, inaugurato nel 1779.

Matteo Forte, quali sono le vostre sensazioni dopo la serata di riapertura?

"Abbiamo una sensazione generale di sorpresa e di gratitudine alla città di Milano. E' stato sorprendente il calore con cui è stata accolta la riapertura del teatro, non solo ieri sera ma anche all'open day dello scorso weekend con diecimila persone venute apposta per vedere il Lirico. Un segnale meraviglioso e di importante speranza proprio mentre si riaffaccia la paura di restare in casa, la paura che il 'live' ci venga tolto un'altra volta".

Da tanti anni si parla della riapertura del Lirico. Com'è stato il percorso?

"E' stato lungo e faticoso, ma anche determinato con lo scopo di riaprire un luogo così bello e ricco di storia. Tutto è iniziato con la gara per la gestione vinta a febbraio 2017. Dopo i ricorsi, che abbiamo vinto definitivamente nel 2019, sono arrivati la pandemia covid e i ritardi nei lavori per l'amianto, così come per l'acqua sotto il palcoscenico. Ora abbiamo riaperto ma siamo al 'giorno uno', con dettagli da rifinire. Ma intanto, pur non sapendo quando saremmo stati in grado di aprire, siamo felicissimi per la programmazione che, per miracolo, siamo riusciti a mettere insieme quest'anno, e che rispecchia pienamente il nostro progetto artistico per il Lirico: musica classica e pop, comicità, lirica e danza".

La lirica al Lirico: un 'must' per il teatro nato come 'gemello' della Scala nel '700.

"Sì, abbiamo un progetto per mettere in scena la Bohème di Puccini con l'orchestra degli studenti della scuola civica di musica, che si sono già esibiti durante l'open day del 18 e 19 dicembre, e le scene preparate dagli studenti dell'Accademia di Brera. L'idea è quella di uno spettacolo lirico accessibile per costo e comprensibilità, avvicinando al teatro una generazione diversa dalla nostra. Faremo cose molto vicine ai giovani, abbiamo progetti in cantiere e ne parleremo presto, per dare un taglio 'fresco', lontano dal teatro tradizionale".

Il pubblico ha voglia di teatro?

"Sì, in tutta Europa: le ricerche ci dicono che il pubblico vuole tornare ad assistere agli spettacoli ponendo la sicurezza sanitaria come punto fondamentale. Noi, al Teatro Nazionale, con 'Pretty Woman' abbiamo investito su un nuovo spettacolo e il pubblico ci ha ripagati con 70 mila biglietti venduti, è lo spettacolo più venduto in questi ultimi mesi. E' un momento in cui nessuno porta nulla di nuovo, perché significherebbe investire denaro e lavorare per mesi su un progetto in condizioni oggettive di incertezza".

Cosa pensa delle misure anti covid che verranno forse prese tra poco?

"Si parla dell'obbligo di mascherina Ffp2. I nostri spettatori e, in generale, quelli dei teatri, sono assolutamente rispettosi delle regole, forse anche per il luogo in sé. La speranza è che si vada avanti mantenendo la capacità piena delle sale, contando sul rispetto delle misure, che salvano la vita delle persone e anche la vita sociale, che è fatta di emozioni, arte ed intrattenimento. Credo che sicuramente attenderemo fino alla prossima estate, augurandoci che sia quella 'definitiva', che chiuda questa parentesi degli ultimi due anni".

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