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Dossier Rendering e realtà

Che fine ha fatto il centro commerciale più grande d’Europa?

Un investimento faraonico da 1,4 miliardi di euro del colosso franco-olandese URW, rendering sfavillanti e numeri mai visti prima con apertura prevista tra il 2019 e il 2020. Oggi dell'opera, però, non c'è traccia nella realtà

Un’area commerciale da 155mila metri quadrati, 300 negozi, 50 brand di lusso italiani e internazionali, 80 fra ristoranti e locali di alto livello e un investimento totale di 1,4 miliardi di euro. Ma, soprattutto, 17mila posti di lavoro in più nel settore retail e fino a 44mila in fase di costruzione. Eccoli, sulla carta, i numeri del più grande centro commerciale d’Italia e d’Europa: il Westfield Milano di Segrate. Nato dalla joint venture tra il colosso immobiliare franco-olandese Unibail-Rodamco-Westfield (URW) e la holding del Gruppo Percassi Stilo Immobiliare (che opera tramite la Arcus Real Estate), il progetto – approvato dal Consiglio comunale di Segrate nel marzo del 2009 – non ha però mai visto la luce.

E il suo destino appare più che mai incerto, come certifica un documento indirizzato agli azionisti e firmato dal Ceo di URW, Jean-Marie Tritant, che delinea le strategie globali della multinazionale fino al 2024. Fra gli obiettivi principali, si legge, vi è una “radicale riduzione dell’esposizione finanziaria negli Stati Uniti” e un potenziamento della presenza del gruppo in Europa, con investimenti fino a quattro miliardi di euro. Potenziamento che passa attraverso progetti in Spagna, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria. Ma non in Italia, dove l’ultima gara d’appalto bandita da Westfield Milan SpA risale al febbraio del 2021 per affidare i servizi tecnici di coordinamento per la sicurezza durante i lavori di potenziamento di una strada provinciale e quelli per la bonifica bellica dell’area di scavo.

Il documento indirizzato agli azionisti e firmato dal Ceo di URW, Jean-Marie Tritant, che delinea le strategie globali della multinazionale fino al 2024

Il percorso a ostacoli di Westfield Milano

Sulla carta lo shopping center avrebbe dovuto offrire “il meglio della ristorazione, del tempo libero, dell’intrattenimento e degli eventi”, superando per estensione perfino Il Centro di Arese e portando per la prima volta in Italia un punto vendita del lussuoso grande magazzino parigino Galeries Lafayette. Almeno per il momento, però, tutto questo è destinato a restare un miraggio.

Nell’area ex dogana di Segrate, infatti, non è stata finora posata nemmeno la prima pietra di questo mastodontico polo commerciale, la cui apertura era inizialmente prevista in concomitanza di Expo 2015. A tre anni più tardi risale invece il via libera definitivo ai lavori, subito interrotti nel 2019 a causa di una serie di piccoli “imprevisti”, fra i quali il ritrovamento di un ordigno della Seconda guerra mondiale nel cantiere di via Sanzio. Poi lo stop del maggio 2020, questa volta a causa dell’emergenza pandemica, che si è protratto fino ad oggi.

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Insomma, la costruzione del più grande centro commerciale d’Europa non s’ha da fare, quantomeno nel perimetro del suo progetto iniziale, approvato ormai 13 anni fa. A confermarlo è URW stessa, che ad aprile ha annunciato la sospensione dello sviluppo di Westfield Milano e una conseguente rivalutazione del futuro del progetto.

Ciò che sorgerà sull’area ex dogana di Segrate è destinato inoltre ad estendersi su un’area inferiore rispetto a quella inizialmente prevista. Lo si evince da una determina dirigenziale datata 19 dicembre 2021, tramite la quale il Comune di Segrate si è impegnato a restituire a URW oltre 3,9 milioni di euro di contributi di costruzione e oneri di urbanizzazione a fronte della “riduzione della dimensione del centro polifunzionale di circa 27.000 mq di superficie lorda di pavimento”.

L’eredità dello shopping center: una tangenziale da 178 milioni

Tutto ciò che rimane del progetto iniziale di Westfield Milano è una pagina web del 2017 in cui l’opera viene presentata come “la più grande e iconica destinazione per lo shopping, la ristorazione e il tempo libero in Italia”. Sito che – come ha potuto verificare Dossier contattando tre ex addetti alla comunicazione – non risulta più aggiornato almeno dal giugno 2018, data dell’ultimo comunicato che annunciava un accordo fra URW e Inditex, il più grande gruppo del mondo dedicato alla moda, per portare all’interno del centro commerciale segratese ben sei negozi: Zara, Zara Home, Bershka, Stradivarius, Pull&Bear e Oysho.

Nel 2017, invece, Westfield Milano annunciava di aver trovato un accordo simile con il Gruppo Coin, in base al quale si prevedeva l’apertura di un negozio del marchio OVS da 3mila metri quadrati e un Coin Excelsior da 8mila. Dell’anno precedente, infine, la partnership siglata con UCI, pronta ad aprire all’interno dello shopping center 16 sale cinematografiche e un esclusivo servizio di ristorazione fronte schermo ribattezzato “The Lounge”. In totale, nel 2016 si stimava che il mall segratese potesse generare vendite annue superiori al miliardo di euro, in linea con il giro d’affari dei centri londinesi della catena.

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Ma di soldi, finora, ci sono solo quelli spesi da Unibail-Rodamco-Westfield per finanziare le opere di compensazione concordate con il Comune di Segrate, Città Metropolitana di Milano e Regione Lombardia dopo l’acquisto dell’area ex dogana. Ben 178 milioni sono quelli messi sul piatto per completare la realizzazione della Cassanese Bis, la “viabilità speciale segratese”, destinata a creare un collegamento diretto (atteso per anni) fra la Tangenziale Est di Milano e la Bre.Be.Mi contribuendo così ad alleggerire il traffico nel centro cittadino.

Un’infrastruttura strategica e d’interesse nazionale, che fa da cornice ad una delle aree con maggior potenziale in Italia: basti pensare che, oltre alla Cassanese Bis, la superficie acquistata da Westfield (75%) e dal Gruppo Percassi (25%) è direttamente collegata con l’aeroporto di Linate e, nei prossimi anni, lo sarà anche con la Milano East Gate, la stazione ferroviaria che unirà le linee dell’alta velocità a quelle regionali suburbane e ospiterà il nuovo capolinea della linea 4 della metropolitana milanese. Tuttavia il potenziale è destinato a rimanere fermo ancora a lungo.

Il sindaco Micheli: “San Siro a Segrate? No, grazie”

Nonostante i lavori di Westfield Milano siano fermi al palo, il sindaco di Segrate, Paolo Micheli, vede il bicchiere mezzo pieno: i lavori della tanto agognata Cassanese Bis sono partiti a giugno e procedono spediti. E il centro commerciale? “Abbiamo contatti soventi con Westfield e periodicamente si riunisce il tavolo con i rappresentanti di Città Metropolitana e Regione Lombardia – racconta il sindaco Micheli a Dossier –. A metà giugno ho incontrato il loro amministratore delegato e loro sono coscienti di avere in mano una gallina dalle uova d’oro. Perché un’area infrastrutturata come questa e con una tale rilevanza strategica non ha eguali in Italia e forse in Europa. L’ultima cosa che faranno – conclude ottimista Micheli – è abbandonare il progetto. Al momento stanno analizzando degli studi commissionati sugli altri centri commerciali del gruppo sulle abitudini di spesa nell’era post-Covid e l’incidenza degli acquisti online. Dai primi dati sembra che le persone siano tornate ad acquistare come prima e per questo sono ottimisti”.

A settembre è infatti atteso sulla scrivania del primo cittadino un nuovo masterplan del progetto. Che, però, avrà poco a che fare con quello originale, ormai datato e “superato”, secondo Micheli.

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“È possibile che operino una riduzione delle volumetrie del centro commerciale, che sicuramente resterà fra i più grandi in Italia e in Europa – aggiunge Micheli –. È più probabile che la struttura sarà orientata verso i settori dell’intrattenimento o della cultura più che a quello del retail”.

Stando a quanto appreso da Dossier, infatti, per il rilancio dell’opera i vertici di URW starebbero cercando un elemento iconico da affiancare ai negozi, come un museo, un polo di ricerca se non addirittura la sede di un’università. Quel che è certo è che l’area Westfield non ospiterà grandi imprese della logistica né tantomeno il nuovo stadio di Milan e Inter: “Saremmo tutti molto contenti se Ibrahimovic venisse ad abitare a Segrate – aveva scritto il primo cittadino sui social –. Ma alla possibilità, riapparsa tra le notizie, dello spostamento a Segrate dello stadio del Milan e dell’Inter dico francamente: No, grazie. Proprio no”.

Un niet della giunta Micheli che ha però infiammato il dibattito politico con le opposizioni e in particolare con il gruppo di Forza Italia, che tramite i suoi consiglieri ha chiesto a gran voce che la proposta del nuovo San Siro a Segrate non venga respinta a priori e sia discussa pubblicamente con la cittadinanza. 

La risposta di Westfield

Insomma, il destino dell’area è tutto nelle mani di URW. Raggiunto per un commento, il colosso franco-olandese afferma che “lo sviluppo di Westfield Milano, come precedentemente annunciato, è attualmente sospeso, ma stiamo andando avanti con il processo di ridefinizione e aggiornamento del masterplan del centro commerciale continuando a lavorare con le autorità, i retailer e gli stakeholder locali su base continuativa per aggiornare il progetto – spiega il gruppo in una nota inviata a Dossier –. Condivideremo questi aggiornamenti prossimamente, non appena saranno disponibili. In questo quadro proseguiremo con la consegna delle opere infrastrutturali essenziali, tra cui l'autostrada Cassanese Bis che rappresenta un importante investimento per Segrate che fungerà da catalizzatore per ulteriori investimenti nella zona est di Milano”.

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“Il nuovo progetto - continua la nota - terrà conto dei cambiamenti in atto, oggetto di un’attenta analisi anche da parte dei nostri partner sul territorio del Gruppo Percassi, seguendo le evoluzioni che hanno interessato in questo ultimo periodo il mondo retail, dell’entertainment e dell’edutainment in modo da rispondere alle mutate dinamiche.  L’area su cui sorgerà Westfield - concludono da URW - sarà caratterizzata da un nuovo sistema di infrastrutture (nuova Cassanese bis, estensione MM4, nuova stazione ferroviaria, alta velocità) che assicura una accessibilità e un posizionamento strategico unici nel Nord Italia. Non escludiamo di addivenire ad un progetto più ampio e moderno con un focus non esclusivamente retail, ma è prematuro entrare nel merito dei dettagli o degli aspetti di contrattualizzazione degli spazi con specifici brand fino a che non sarà definitivo il nuovo progetto”.

Fatto sta che del “più grande centro commerciale d’Europa” annunciato in pompa magna e con i soliti sfavillanti rendering cinque anni fa, resta al momento uno spiazzo di cemento ed erbacce, con una ruspa solitaria a fare la guardia.

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