rotate-mobile
Dossier Sanità smontata/2

La Lombardia rimasta senza medici di base

Nei prossimi anni, tra pensionamenti e cessazioni quasi la metà dei medici lascerà il posto di lavoro, già oggi ne mancano mille all'appello: cento in meno rispetto al 2021, un medico ogni 1.400 abitanti

Per garantire a ogni cittadino lombardo un medico di base che lo possa assistere adeguatamente servirebbero 1.126 professionisti in più. Quello della medicina territoriale e della sua organizzazione è un problema tanto lombardo quanto nazionale. Il Pnrr destina all’Italia 8 miliardi da investire sulla sanità di prossimità attraverso lo sviluppo di nuove strutture in cui poter svolgere esami di routine e consulenze specialistiche. Ma per poter dare vita alle Case e agli Ospedali di comunità bisognerà colmare le carenze attuali, cercando di aumentare il numero di medici di base: perché saranno proprio queste figure, insieme agli infermieri e ad altri professionisti sanitari, a riempire gli edifici creati dai fondi europei.

I numeri

In base agli ultimi dati disponibili di aprile 2022 ottenuti da MilanoToday, in Lombardia sono in servizio 5.852 medici di base: troppo pochi per il numero di cittadini da seguire (circa 8,6 milioni). Nel 2021 erano quasi cento in più. La situazione è difficile ovunque e non è soltanto la città più popolosa, Milano, a essere in sofferenza. Le regole del ministero della Salute danno la possibilità a ogni medico di avere in carico massimo 1.500 pazienti. Nel 2018 la Regione aveva concordato con i sindacati del settore la possibilità di aumentare nei territori più in difficoltà il numero di assistiti da 1.500 a 1.800, fino a un massimo di duemila. Visto che le carenze sono diffuse praticamente ovunque, oggi moltissimi medici hanno raggiunto o superato la prima delle tre soglie stabilite. Anche per questo motivo, probabilmente, avere un rapporto costante e durevole con il proprio medico di base sta diventando sempre più difficile: si fa fatica a reperire informazioni, prendere appuntamenti e ottenere la prescrizione delle ricette.

L'importanza della medicina territoriale

I medici di base nascono come punto di riferimento per i cittadini: sono le prime persone a cui fare affidamento quando si avverte un malore. Spetta a loro infatti indirizzare i pazienti ai diversi specialisti, nel caso in cui ce ne sia bisogno. La medicina generale tratta molte patologie, dalle più banali come le influenze stagionali a quelle più complesse come l’obesità, l’anemia, il diabete e il colesterolo alto. I medici di base possono prestare servizio nei propri studi o negli ambulatori: in qualsiasi caso, sono figure fondamentali per l’erogazione dei servizi di medicina territoriale.


Negli ultimi vent’anni in Lombardia si è imposta sempre di più una visione ospedalocentrica della medicina: gli ospedali sono diventati il luogo privilegiato in cui prendersi cura della persona, a discapito dei servizi di prossimità. I medici di base hanno perso importanza e i cittadini hanno imparato a rivolgersi principalmente al pronto soccorso, che proprio per questo motivo risulta costantemente in affanno. 

Con la pandemia, questa visione ha mostrato le sue criticità; ed è per questo motivo che adesso la Regione sta tentando di rimettere in piedi i servizi territoriali, sfruttando i soldi del Pnrr.

Nell’Azienda sanitaria di Milano (Ats), per più di 3 milioni di abitanti dai 14 anni in su, lavorano attualmente circa duemila medici. Nell’Ats Insubria, che comprende i territori di Varese, Como e Medio Lario, sono invece intorno agli 860. Nell’Ats Montagna, che conta circa duecentomila residenti dai 14 anni in su, i medici di base non superano la soglia dei duecento e in Brianza, con circa 1 milione di abitanti dai 14 anni in su, quella dei settecento. A Pavia, su più di 400mila cittadini dai 14 anni in su, sono meno di quattrocento e a Brescia meno di settecento. Dai dati risultano in crisi anche le aziende sanitarie di Bergamo e Val Padana, che dispongono rispettivamente di circa seicento e quattrocentocinquanta professionisti (Bergamo ha quasi un milione di abitanti dai 14 anni in su e la Val Padana circa 700mila).

Nonostante le attuali direttive prevedano che ogni professionista possa arrivare a seguire anche duemila pazienti insieme, per la Regione il rapporto ideale è di un medico ogni 1.300 abitanti. Questo rapporto, che permetterebbe di lavorare in condizioni ottimali, viene superato in tutte le aziende sanitarie: i numeri oscillano tra un medico ogni 1.400 cittadini e un medico ogni 1.600. Al livello regionale infatti il rapporto è di uno ogni 1.469. Con questi numeri la Lombardia è tra i territori italiani con più difficoltà.

I pensionamenti

Proprio per far fronte a queste carenze, a marzo la Regione ha pubblicato un bando attraverso cui viene attivata una selezione per 1.126 professionisti. A giugno del 2021 se ne cercavano 786. La situazione è destinata a peggiorare, perché la maggior parte dei medici di base ha più di 60 anni e a breve quindi (a partire dal compimento dei 62 anni) potrà decidere di andare in pensione. Secondo i dati forniti dalla Regione, su un totale di 5.852 medici 2.270 hanno più di 60 anni: questo vuol dire che nei prossimi anni quasi la metà dei dottori lascerà il suo posto di lavoro. Sostituirli sarà difficile, perché al momento non si stanno formando abbastanza studenti.

Il rischio è reale, visto che dal 2007 a oggi hanno cessato la propria attività quasi diecimila medici di base e pediatri. Negli ultimi due anni i numeri sono raddoppiati, sia per le numerose perdite che ci sono state durante la pandemia sia per l’esasperazione dilagante che ha portato molti professionisti ad abbandonare il proprio lavoro. Solo nel mese di gennaio di quest’anno sono stati 168. Durante la pandemia molti professionisti hanno deciso di lasciare il campo dell’assistenza primaria per dedicarsi ad altro: non riuscivano più a reggere i ritmi stressanti a cui erano sottoposti e non si riconoscevano più in un lavoro dedicato ormai prevalentemente allo svolgimento di pratiche burocratiche.

Secondo i dati forniti dalla Regione, su un totale di 5.852 medici 2.270 hanno più di 60 anni: questo vuol dire che nei prossimi anni quasi la metà dei dottori lascerà il suo posto di lavoro. Sostituirli sarà difficile, perché al momento non si stanno formando abbastanza studenti

La Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) aveva lanciato l’allarme già nel 2018, calcolando che nel 2028 al livello nazionale ci sarebbero stati 33.392 dottori in meno. Il 2022 era indicato come l’anno in cui si sarebbe registrato il maggior numero di uscite (1.802 nella sola Lombardia). Secondo la Fimmg la previsione, a distanza di quattro anni, è ancora plausibile: se non peggiore, visto che la pandemia ha gravato moltissimo sulla medicina di prossimità.

“Siamo in ritardo, perché uno studente che è entrato oggi all’università è pronto per fare questo lavoro tra sette anni. Quindi, se iniziamo a intervenire oggi, avremo comunque una carenza che continuerà a durare per almeno altri sette anni”, spiega Andrea Mangiagalli a MilanoToday, medico di base da oltre trent’anni nel comune di Pioltello. Mangiagalli è il portavoce delle Coccarde Gialle, movimento nato qualche mese fa per denunciare le condizioni di lavoro dei medici di base. 

“Siamo in ritardo, perché uno studente che è entrato oggi all’università è pronto per fare questo lavoro tra sette anni. Quindi, se iniziamo a intervenire oggi, avremo comunque una carenza che continuerà a durare per almeno altri sette anni”

Andrea Mangiagalli, medico e portavoce Coccarde Gialle

Per cercare di smaltire in modo più efficace la mole di lavoro e dividere i costi, Mangiagalli a Pioltello lavora insieme ad altri quattro colleghi: «Nello studio abbiamo anche un infermiere e una mediatrice culturale che gestisce la segreteria». I pazienti assistiti dai quattro medici sono quasi novemila. Mangiagalli ammette che è difficile capire in quali zone della Lombardia ci siano abbastanza dottori. Ed è anche per questo motivo che sempre più spesso vengono richiamati i professionisti in pensione, offrendogli pagamenti a partita iva per le prestazioni offerte.

Questo pezzo fa parte dell'inchiesta a puntate di Dossier sulla sanità lombarda Sanità Smontata. Per suggerimenti e/o segnalazioni scrivi a dossier@milanotoday.it

Vai alla puntata successiva - Lontano dal centro lontano dai medici
Vai alla puntata precedente - La catena di smontaggio della medicina territoriale lombarda

In Evidenza

Potrebbe interessarti

MilanoToday è in caricamento