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Economia

Agenzia del farmaco, Milano ufficialmente candidata per sostituire la sede di Londra

Dopo la Brexit. Ma la partita è difficile

E' italiano il direttore dell'Agenzia europea del farmaco, oggi con sede a Londra nel distretto di Canary Wharf. Si tratta di Guido Rasi. Ma, ovviamente, la nazionalità del vertice conta poco (anzi, nulla) nella decisione dell'Ema, questa la sigla dell'ente, sulla futura sede, che deve essere cambiata dopo il voto popolare britannico che ha sancito la richiesta di uscire dall'Unione europea. 

L'Italia deve vedersela con candidature agguerrite: Olanda, Irlanda, Danimarca, Austria, Ungheria, Portogallo e Svezia. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha promesso cinquantasei milioni di euro, la localizzazione sarebbe già pronta (l'area di Expo) ma la recente accelerazione sull'avvio delle pratiche per procedere al trasferimento ha fatto pensare che Milano parta in svantaggio: ad Expo non c'è ancora niente.

Ma quali sono i criteri con cui l'Ema stabilirà la sua nuova sede? Un criterio fondamentale - come spiega Reni in una intervista a Repubblica - è quello della soddisfazione dei ricercatori. Diversi, tra quelli più ad alto profilo, hanno già trovato un altro lavoro a Londra, lasciando l'agenzia. Questa è una cosa che Reni vuole assolutamente evitare: ma, per farlo, occorre che la città di destinazione abbia almeno due caratteristiche: scuole ad alto livello per i figli dei ricercatori e opportunità d'impiego per i coniugi. Altrimenti sarà difficile "tenere legati" all'Ema i migliori.

Altro importante elemento, una rete capillare di trasporti. Con 36 mila visite mensili da parte di esperti da tutta l'Europa, l'Ema deve continuare ad essere facilmente raggiungibile e flessibile. L'agenzia del resto può essere una "manna" per l'indotto di una città, con i suoi circa cinquecento meeting annuali.

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