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Economia

Milano, bonus badanti (fino a 2.400 euro) per contrastare il lavoro in nero: l'iniziativa

Per favorire un incontro regolato tra domanda e offerta così da garantire servizi qualificati

Meno lavoro in nero e più garanzie per i lavoratori e gli assistiti. La possibilità di accesso rapido alle prestazioni delle assistenti familiari alle famiglie con componenti fragili e valorizzare il lavoro delle badanti. È questo l’obiettivo della Giunta regionale lombarda che, su proposta dell’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, Silvia Piani, ha approvato l’introduzione di nuovi elementi, ulteriormente semplificanti, nelle Linee Guida per l’istituzione degli Sportelli per l’assistenza familiare e dei Registri degli assistenti familiari.

L’obiettivo è quello di favorire un incontro regolato (che superi il lavoro in nero) tra domanda e offerta così da garantire servizi qualificati, valorizzando e sostenendo il lavoro di assistenza e di cura sarà d’ora in poi più facile. Per iscriversi ai Registri gli assistenti familiari dovranno essere in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado oppure di un’autodichiarazione con cui si attesta il livello di conoscenza della lingua adeguato alle mansioni da svolgere.

Bonus badanti in Lombardia

Hanno diritto ad accedere al contributo pari a 2.400 euro (ossia al 60% delle spese sostenute per la retribuzione della badante), le famiglie con reddito inferiore a 25.000 euro. Oltre alle famiglie con un reddito compreso tra i 25.000 e i 35.000 euro, fino ad un tetto massimo pari a 2.000 euro.

“Il nostro obiettivo – ha commentato Piani – è sempre stato quello di sostenere gli sportelli informativi territoriali per orientare e assistere i cittadini nella ricerca e nella selezione dell’assistente familiare e favorire le famiglie con un bonus che abbatta i costi”.

“Ora – ha concluso – non avendo esaurito le risorse disponibili messe in campo, abbiamo deciso di semplificare, oltre che allargare i criteri di accesso alla misura, anche in ragione delle attuali difficoltà socio-economiche delle famiglie lombarde conseguenti all’emergenza sanitaria in corso, ampliando la platea dei beneficiari e incrementando l’entità massima del contributo riconoscibile”.

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