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Chiude per sempre anche Buscemi dischi

"Quando uscivi da Buscemi, eri ricchissimo". Così ricorda l'ex discografico Bonelli. Entro qualche mese, saracinesche abbassate per sempre

Un altro negozio storico di Milano chiude i battenti. Fra pochi mesi, infatti, si abbasserà per l'ultima volta la saracinesca di Buscemi dischi, di corso Magenta 31. La notizia si rincorreva da un po' di tempo sui social. E si è rivelata veritiera. Entro la prima metà del 2023 lo store, aperto 50 anni fa, chiuderà per sempre. 

Pesa, come per tante realtà di questo settore, l'enorme concorrenza del web. I ricavi, rispetto a decenni fa, si sono estremamente ridotti. Il disco è ormai un oggetto di pregio e non più l'unico modo per poter ascoltare musica. Così anche Buscemi, dopo anni di onorata carriera, getta la spugna. È stato per gli appassionati un vero e proprio tempio dell'alta qualità. 

Bonelli: "Si usciva da Buscemi ricchissimi"

"Ho iniziato a frequentare Buscemi nel finire degli anni'60: negozio fornitissimo di tutti i desideri e i sogni musicali. Lì vicino c'era anche Bigi, forse costava qualche lira in meno, ma non aveva tutta quella scelta di materiale proveniente da Uk e Usa che rappresentava la "differenza" tra il consumo di musica e la passione per la musica", ricorda Massimo Bonelli, decano dei discografici italiani ed ex direttore generale di Sony Music.

"Quando ho iniziato a lavorare in discografia, ho tenuto Buscemi come punto di riferimento dello sviluppo nell'area giovanile verso il mercato della musica. Mario Buscemi è diventato un amico. Quando conducevo un programma su Radio Milano Libera (poi Radio Città) avevo un contest sponsorizzato Buscemi. Il fratello Piero era, nel frattempo, una colonna fondamentale del commercio dell'hi-fi", continua.

"La chiusura del negozio Buscemi Dischi è una sconfitta per la musica. So che tutti amate l'agilità di Spotify e altri portali di distribuzione musicale, ma questa è la fine della passione, dell'amore, della ricerca. Resta solo il consumo usa e getta della hit che la radio vi sta impartendo. Non c'è più quello scambio di parole, di sensazioni, di emozioni che, come faceva l'amico Mario Buscemi, ti conducevano all'acquisto del disco "sconosciuto", fosse allora quello di Grace Slick o dei Canned Heat, di Gerry Mulligan o di McDonald and Giles. Quando uscivi dal negozio di Buscemi, avevi qualche lira in meno, ma eri ricchissimo. Era solo rock'n roll, ma ci è piaciuto molto", conclude commosso.

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