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Economia

Categorie protette, l’italia peggio di Zambia e Malawi da Reatech Italia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

La legge sulle categorie protette va aggiornata dicono le imprese.
Ma occorre anche fare molto di più per far crescere la cultura dell'inclusione nelle aziende.
Dal 10 al 12 ottobre 2013 a Reatech Italia un momento di incontro domanda-offerta di lavoro,
uno sportello per le aziende e un focus sulle soluzioni tecnologiche che rendono il lavoro accessibile

Milano 6 giugno 2013 - Solo il 16% (circa 300 mila individui) delle persone con disabilità tra 15 i 74 anni ha un'occupazione lavorativa, contro il 49% del totale della popolazione. In Zambia, secondo Il World Report on Disability, sono il 45,5%, in Malawi il 42,3%.

"Si tratta di una situazione ormai insostenibile - afferma spiega Francesco Conci, Direttore esecutivo di Fiera Milano Congressi organizzatore di Reatech Italia - e da un certo punto di vista paradossale.

Da una parte, infatti, in questo periodo di crisi, i disabili e loro famiglie si vedono costantemente tagliare servizi e sussidi e si ritrovano allo stremo. Non avendo un lavoro, per altro, i disabili, restano a carico delle famiglie o dello stato, e fanno aumentare i costi dell'assistenza. Sul fronte opposto, le aziende, che potrebbero beneficiare degli sgravi fiscali ed avere manodopera a costi più vantaggiosi, spesso non sanno o non riescono ad assumere questo tipo d lavoratori. E così ciò che a volte la patologia non ha tolto ai disabili, - ovvero la possibilità di rendersi utili, di produrre, di guadagnarsi uno stipendio e di progettare una vita - viene loro sottratto da un sistema arretrato, da una burocrazia strangolante e dalla mancanza di cultura nelle imprese".

Nel convegno organizzato da Reatech Italia, la prima rassegna dedicata a persone con esigenze speciali che si terrà a Milano dal 10 al 12 ottobre 2013, si è cercato di fare il punto sulla situazione attuale in Italia.

L'obiettivo è trovare soluzioni concrete per aumentare il tasso di occupazione e trasformare un problema in un'opportunità: un'opportunità per i disabili, per le aziende, per lo Stato.

"I candidati potenziali in Italia non sono pochi. Le ultime stime parlano di oltre 750.000 persone", continua Conci. "Molte aziende, però, tendono a considerare il loro inserimento come un onere da assolvere e non come un'opportunità, come invece potrebbe essere se correttamente gestito. L'Organizzazione Internazionale per il Lavoro sostiene che, a livello globale, se si riuscisse ad inserire pienamente queste risorse si potrebbe recuperare dall'1% al 7% di PIL. Siamo certi in Italia di poterne fare a meno?"

L'impegno di Reatech Italia per le categorie protette

Ecco perché Reatech Italia, cercando di offrire un contributo costruttivo, ha deciso di alzare i riflettori su un tema che troppo spesso viene passato sotto silenzio.

"Il primo tassello del nostro progetto è stata la realizzazione di un convegno che mettesse attorno ad un tavolo i soggetti che possono fare concretamente la differenza: istituzioni, ma soprattutto aziende e selezionatori. Dal 10 al 12 ottobre poi, durante la manifestazione di Reatech, vogliamo creare un grande momento di incontro, dove domanda e offerta di lavoro possano incontrarsi fisicamente: ci siamo infatti resi conto che, per quanto assurdo possa sembrare, uno dei problemi più seri per le aziende è la mancanza di candidati. Reatech Italia, proprio perché è una manifestazione interamente dedicata a persone con disabilità o esigenze speciali, sarà il luogo più naturale dove creare connessioni tra candidati e aziende".

Non solo. A Reatech Italia sarà anche possibile, sia per le aziende che per i candidati, scoprire i molti strumenti che oggi la tecnologia mette a disposizione per rendere il lavoro accessibile: soluzioni per eliminare le barriere architettoniche, ausili per l'utilizzo degli strumenti informatici, soluzioni per permettere ai disabili di muoversi con più facilità e quindi poter raggiungere il luogo di lavoro.

Il sito di www.reatechitalia.it funzionerà poi durante tutto l'anno come uno strumento catalizzatore sia di informazioni che di opportunità: le aziende potranno infatti gratuitamente segnalare le proprie offerte di lavoro.

"Durante Reatech Italia - ha concluso Conci - vogliamo anche organizzare uno «sportello aziende»: un punto dove aziende medie e magari piccole possano chiarirsi le idee e farsi consigliare. Perché, al di là di ciò che dice la legge, la possibilità di inserire una o più categorie protette in azienda è un'opportunità per tutti".

Scenario: dati su occupazione lavorativa persone con disabilità

Solo il 16% (circa 300 mila individui) delle persone con disabilità di 15-74 anni ha un'occupazione lavorativa, contro il 49% del totale della popolazione.

Le persone inattive rappresentano una quota quasi doppia rispetto a quella osservata nell'intera popolazione (l'81,2% contro il 45,4%). La percentuale, il 13,3%, di chi non è mai entrato nel mercato del lavoro e non cerca di entrarvi (250 mila persone, per la quasi totalità donne) è molto più elevata tra chi ha limitazioni funzionali gravi (il 18,5% contro l'8,8% di chi ha limitazioni funzionali lievi).

Meno di una persona con Sindrome di Down su 3 lavora dopo i 24 anni e il dato scende ulteriormente tra le persone con autismo con più di 20 anni. Meno della metà delle persone con Sclerosi Multipla tra i 45 ed i 54 anni è occupata (49,5%).

Osservando l'andamento delle tipologie contrattuali utilizzate per l'assunzione dei lavoratori con disabilità, si assiste ad un processo di progressiva precarizzazione. A partire dal 2006, i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono passati dal 51,6% del totale all'attuale 40% mentre quelli a tempo determinato sono passati dal 41,6% al 52,3%.

Più di un terzo delle persone occupate ha trovato lavoro attraverso parenti, amici, o conoscenti (36,5%); il 22,9% attraverso un concorso pubblico; l'11,5% attraverso contatti avuti da precedente lavoro, l'11% attraverso un Centro pubblico per l'impiego, l'8,1% rispondendo ad annunci, inviando il curriculum. Circa un quarto degli occupati con limitazioni funzionali (24,4%) riferisce di avere problemi nello svolgimento dell'attività lavorativa, in particolare con riferimento all'orario di lavoro e al tipo di lavoro che svolge, per motivi di salute o per difficoltà funzionali (camminare, vedere, sentire), mentre l'11,7% lamenta la mancanza di offerta di modalità di lavoro flessibili (orario, telelavoro, possibilità di svolgere lavori meno faticosi). (Dati Istat 2012, "Inclusione sociale delle persone con limitazioni dell'autonomia personale". Anno 2011).

***

Tutto il materiale relativo al convegno del 5 giugno 2013 (slide dei relatori, dati delle indagini, iniziative del settore ecc.) è a disposizione su www.reatechitalia.it/lavoro-disabili/. Al convegno hanno partecipato

· Francesco Conci, Direttore esecutivo Fiera Milano Congressi

· Paolo Citterio, Presidente di G.I.D.P.

· Antonio Maria Di Marco Pizzongolo, Direttore Inps di Brescia

· Francesca Contardi, Amministratore Delegato Page Personnel

· Claudio Soldà, Csr & Public Affairs manager e Segretario Generale Fondazione Adecco per le pari opportunità

· Francesco Levantini, IT educational specialist IBM

· Claudio Messori, responsabile delle politiche di inserimento lavorativo di Anmil

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