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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Permessi di soggiorno, a Milano 400 rilasciati su 23 mila domande in un anno

Lavoro nero e migranti, ritardi "monstre" sulle pratiche per l'emersione in base al Decreto Rilancio dopo un anno dall'entrata in vigore della "sanatoria"

Poco più di 400 permessi di soggiorno rilasciati su oltre 23 mila domande a un anno dall'apertura della "finestra" per presentare le domande di emersione e regolamentazione dei lavoratori migranti nell'agricoltura, nel lavoro domestico e nell'assistenza alla persona, avviata nel mese di maggio del 2020 con il Decreto Rilancio. E' il dato milanese, uno dei più sconfortanti a livello nazionale, emerso dal dossier elaborato dalla piattaforma "Ero Straniero", che coinvolge diverse associazioni e movimenti politici ed è anche il nome di una legge d'iniziativa popolare ferma in commissione Affari costituzionali alla Camera (il presidente è Giuseppe Brescia del Movimento 5 Stelle).

Il dato milanese è tra i peggiori ma non il peggiore d'Italia se si pensa che a Roma, su 16 mila domande presentate, sono arrivate alla fase conclusiva appena due pratiche e nessun permesso di soggiorno è stato ancora rilasciato. A livello nazionale le domande sono 220 mila e i permessi rilasciati appena il 5%, pari a 11 mila, con altre 20 mila pratiche in via di soluzione. Una situazione che si traduce in uno stallo per i lavoratori migranti ma anche per i loro datori di lavoro. E che, in periodo di pandemia covid, rende complicato anche accedere alla campagna di vaccinazione contro il temuto virus.

Come è noto, infatti, la vaccinazione è prevista anche per gli stranieri "non regolari", come ogni altro servizio sanitario "minimo", ma all'atto pratico è difficile accedervi. Un'assistente familiare di 55 anni che vive a Milano e sta aspettando che la sua domanda sia accolta denuncia a "Ero Straniero" che, con il permesso provvisorio, le autorità sanitarie locali non le permettono di iscriversi al servizio sanitario, mentre la legge lo consente. Risultato? Non può (ancora) vaccinarsi, mettendo in pericolo l'anziana presso cui lavora.

Stallo che impedisce di accedere anche ai vaccini

«Questo stallo - dichiara Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani - si traduce in lavoratori, tra cui badanti e braccianti agricoli, senza assistenza sanitaria e vaccino. Una situazione potenzialmente rischiosa innescata dal sovrappiù di burocrazia che blocca e rallenta oltremodo le procedure e toglie la dignità della regolarizzazione ai lavoratori migranti nel nostro Paese. Insieme a tutti i promotori di "Ero Straniero" chiediamo al Ministero dell'Interno di intervenire immediatamente per superare gli ostacoli burocratici e velocizzare l’iter delle domande e, al Parlamento, di discutere finalmente la proposta di legge di iniziativa popolare, che prevede interventi a lungo termine per ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione. Oppure dobbiamo pensare che per il governo fermare il lavoro nero non sia una priorità?».

Secondo la rete "Ero Straniero", una delle cause del ritardo sta nel fatto che il personale aggiuntivo destinato alle prefetture sarebbe entrato in servizio soltanto nei primi giorni di maggio 2021. I ritardi sono infatti soprattutto per le circa 207 mila domande presentate dai datori di lavoro al Ministero dell'Interno, che vengono esaminate dalle prefetture, mentre viaggiano più spedite le circa 13 mila domande presentate dai lavoratori alle questure di riferimento.

Prefetture in ritardo e racket delle certificazioni

Un'altra causa di ritardo risiede nel fatto che diverse prefetture si ostinano a chiedere il "certificato di idoneità alloggiativa", un documento che testimonia che il richiedente vive in uno spazio adeguato, nonostante il Decreto Rilancio non ne faccia menzione (serve infatti solo per il permesso di soggiorno di lungo periodo). Un documento, peraltro, che molti migranti non ancora in regola non potranno mai ottenere: si pensi ai braccianti che vivono nelle baraccopoli o in generale a tutti quelli in affitto "in nero". Ed ecco affacciarsi il mercato nero (o racket) delle certificazioni (false). Insomma, un guazzabuglio da risolvere al più presto.

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