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Economia Rescaldina

L'azienda chiude e si trasferisce all'estero, ma i 112 lavoratori sono salvi

La vertenza Emerson: sembra scongiurato il licenziamento collettivo

Un bagliore di luce dopo mesi di buio e paura. Sembra essere scongiurato il licenziamento collettivo dei lavoratori della Emerson automation, storica azienda attiva nella produzione e fornitura di valvole industriali di Rescaldina, conosciuta da tutti come la "Raimondi".

La vertenza era esplosa quando i proprietari della ditta, americani, avevano annunciato la decisione di trasferire all'estero la produzione, lasciando 112 operai con un grosso punto interrogativo sulla testa. Adesso finalmente una soluzione sembra essere stata trovata. 

"Dopo un lungo lavoro di regione Lombardia, è stato raggiunto un 'accordo di transizione occupazionale' tra società, parti sindacali e ministeri interessati che ha trovato consenso unanime riguardo alla vertenza", hanno annunciato in una nota dallo stesso Pirellone. Il piano raggiunto, a cui a cui hanno lavorato le parti coinvolte, garantirà a 112 lavoratori 12 mesi di cassa integrazione guadagni straordinaria e ha come obiettivo primario - hanno sottolineato dalla regione - la reindustrializzazione dello stabilimento: per il nuovo potenziale investitore le parti hanno infatti concordato una somma di 10mila euro per ogni dipendente che verrà assunto, con l'aggiunta di bonus.

"Nel piano - si legge ancora nel comunicato dell'amministrazione - sono previste inoltre misure dirette a sostenere il reimpiego o l'autoimpiego dei lavoratori, la ricollocazione di parte dei lavoratori in altri stabilimenti del gruppo Emerson e forme di incentivazione all'esodo volontario. È stato avviato un percorso di durata annuale che vedrà regione Lombardia protagonista nel supportare i lavoratori con mirate azioni di politiche attive del lavoro e nell'accompagnare la Emerson - hanno concluso dalla regione - lungo la strada della reindustrializzazione".

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