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I cinesi vogliono comprare Esselunga, gli eredi di Caprotti: 'La nostra azienda non è in vendita'

Ecco la risposta di Giuliana Albera e di sua figlia Marina Caprotti. Esselunga resta milanese

Due righe per dire che l’azienda non si tocca. Poche parole per evidenziare che non c’è nessun passaggio di consegne all’orizzonte. 

Giuliana Albera e Marina Caprotti, moglie e figlia dell’imprenditore che ha creato l’impero Esselunga, hanno chiarito con una nota ufficiale che il gruppo non si muove dalle loro mani. "In relazione ai recenti articoli di stampa - si legge in un brevissimo comunicato - desideriamo precisare a tutti Voi che l'Azienda non è in vendita". 

Giovedì, infatti, si era diffusa l’indiscrezione su un’offerta clamorosa arrivata dalla Cina per Esselunga. Secondo Repubblica, Yida International Investment - colosso orientale dell’immobiliare e dell’energia - avrebbe presentato una proposta da sette miliardi e mezzo al gruppo Supermarkets italiani e a Villata, le aziende della famiglia Caprotti che gestiscono proprio Esselunga e il patrimonio immobiliare del gruppo, per rilevare l'intero pacchetto. 

In giornata l’azienda non aveva commentato, ma poche ore dopo ecco la porta chiusa in faccia alla Cina. 

Così appare sempre più probabile, quindi, che Marina - vicepresidente del gruppo - e sua madre Giuliana - presidente onorario - continueranno a gestire l’impero Esselunga nonostante i problemi - ormai storici - con gli altri due figli di Bernardo Caprotti, Violetta e Giuseppe. 
 

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