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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Scarpe made in Lombardia, giù l'export nel 2020

Calano le imprese e anche gli addetti. Fotografia di un settore in difficoltà

E' in calo del 17,7% l'export di calzature lombarde nel 2020, mentre sono 42 in meno i calzaturifici e i produttori di parti, 545 in meno gli addetti. Lo rende noto il centro studi di Confindustria Moda per Alssocalzaturifici aggiungendo che, a livello nazionale, sia il fatturato sia la produzione made in Italy di calzature sono calati. Il fatturato del 25,2% (nel 2020 rispetto al 2019), attestandosi a 10 miliardi e 720 milioni di euro; la produzione del 27,1%, scesa a 130 milioni e mezzo di paia. Diminuiscono anche il valore (-14,7%) e la quantità (-17,4%) dell'export.

In Lombardia, nel 2020, il numero di imprese (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, una variazione pari a -42 unità, tra industria e artigianato, accompagnata da un saldo negativo di -545 addetti. Sul fronte dell’export si registra una flessione del -17,7% in valore sul 2019, tra calzature e componentistica. In particolare il quarto trimestre ha evidenziato un -17% tendenziale: un risultato ancora decisamente negativo dopo il crollo del secondo trimestre (-45,6%) e l’illusorio -3,8% fatto segnare nel terzo. Le prime cinque destinazioni dell’export lombardo 2020 sono risultate Francia (-14,5%), Usa (-28,3%), Corea del Sud (+38,1%), Hong Kong (-23,8%), Germania (-3,5%); questi cinque paesi hanno coperto il 51% del totale export regionale.

Cresce a doppia cifra l'e-commerce

"Il 2020 - commenta Sirio Badon, presidente di Assocalzaturifici - ha avuto pesanti conseguenze economiche per il nostro settore. I dati parlano chiaro. Oltre ad aver lasciato sul terreno circa un quarto della produzione nazionale e del fatturato complessivo, dobbiamo registrare anche un drastico calo dei consumi delle famiglie italiane, sia nella spesa (-23,1%) che nelle quantità (-17,4%). Una flessione importante, malgrado una crescita a doppia cifra per il canale online che non riesce a tamponare il crollo dello shopping dei turisti e i mancati introiti da essi derivanti, specialmente per le fasce lusso. E se a queste indicazioni aggiungiamo le criticità che emergono dalle cifre relative alla demografia delle imprese - con un calo del -4% sia nel numero delle aziende che degli addetti diretti, oltre ad un’impennata della Cassa Integrazione Guadagni nell’Area Pelle (+900% le ore autorizzate, dieci volte i livelli del 2019) - il quadro che ne viene fuori non è per nulla confortante".

Export nazionale: "non male" Cina, bene Corea del Sud

Il report di Assocalzaturifici analizza nel dettaglio l’export, da cui emerge che tra i primi dieci mercati esteri in valore cresce solo la Corea del Sud (+14,3% nei primi 11 mesi), che cede peraltro il -5,2% in quantità. Contengono le perdite la Svizzera (-7,6%, destinazione dei prodotti realizzati dalle aziende terziste per le griffe internazionali del lusso) e la Cina (-4,4%), protagonista di un forte recupero (+43%) nel bimestre ottobre-novembre.

Marcato calo delle vendite sia verso i partner dell’Unione Europea (-13% in valore) sia fuori dai confini comunitari (-18%), dove il Nord America perde il -30% in valore, l’area della Russia e dei suoi partner stretti il -20%, il Medio Oriente il -25%, il Far East il -13%. L’attivo del saldo commerciale è atteso ridursi a 4,2 miliardi di euro (in flessione del -14% sul 2019).

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