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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Fallimento di Novaceta, Cippo (CUB): ”Cercasi industriale serio per riprendere le attività”

Non scenderanno ancora dal tetto i lavoratori di Novaceta, l'azienda dichiarata fallita nei giorni scorsi. La Cub: "Non permetteremo che venga prelevato materiale o che venga smantellato lo stabilimento"

Il presidio dei lavoratori di Novaceta continuerà comunque tutta estate ma lo ieri, 3 luglio, durante la conferenza stampa tenutasi presso lo stabilimento di Magenta, sono stati resi noti i rapporti con il curatore fallimentare, Carlo Giraudo, e con il giudice fallimentare Francesca Mammone, illustrate anche le nuove possibili cordate imprenditoriali, i prossimi incontri istituzionali. Non è bastato, però, infatti non scenderanno ancora dal tetto i dipendenti della azienda tessile e, nell'attesa di "nuovo compratore che non sia il solito speculatore - ha voluto specificare Giovanni Cippo della Cub - resteranno in presidio permanente per non permettere che venga prelevato materiale né che venga smantellato lo stabilimento".


Novaceta, dichiarata fallita negli scorsi giorni, "adesso è in vendita - ha dichiarato Cippo - Siamo una delle migliori aziende produttrici di filo di acetato di cellulosa, con pochi milioni potremmo riprendere l'attività e con noi anche altre aziende tessili che hanno cessato di lavorare: lavorare porta lavoro. Per questo ci opponiamo allo smembramento di Novaceta, ma chiediamo di trovare un industriale vero che rilevi l'attività".


"Oltre agli ultimi aggiornamenti, oggi abbiamo comunicato ai lavoratori la loro situazione" ha continuato Cippo che ha dato loro l'appuntamento per il 9 settembre, giorno di raccolta di tutta la documentazione in possesso dei dipendenti per dimostrare al giudice come essi siano soggetti privilegiati nell'attuazione dei procedimenti fallimentari. "Novaceta aveva troppi debiti con tutti, non ha mai pagato nulla e i lavoratori sono i primi a cui deve dei soldi, con tutto il tempo che hanno lavorato gratuitamente".


Con il curatore Giraudo e le parti sociali, Comune, Provincia e Regione, l'appuntamento è il 26 agosto per discutere nuovamente delle eventuali offerte di acquisizione dell'azienda e "per ribadire la nostra volontà di riprendere al più presto la produzione", ha dichiarato Cippo.


La crisi dell'azienda, che produce il filo acetato, fibra tessile naturale, è cominciata nel 2004 e, quando nel giugno 2008 si è fermata la produzione, i 220 dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. Da oltre 8 mesi i lavoratori dello stabilimento di Magenta stanno continuando il presidio in fabbrica, è infatti il 17 dicembre del 2009 che è iniziata la protesta davanti ai cancelli e, qualche giorno dopo, il 12 gennaio 2010, si è passati all'occupazione dello stesso stabilimento, con un gruppetto di lavoratori permanentemente sul tetto dell'edificio.

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