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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Fine anno difficile per l’economia lombarda: 13 miliardi di export persi e prospettive negative fino a inizio 2021

Il nuovo booklet economia di Assolombarda, pubblicato sul web magazine Genio & Impresa (genioeimpresa.it), sottolinea una contrazione dell’export per le imprese lombarde del 13,4% su base annua. In crisi soprattutto automotive (-23,9%) e moda (-20,8%). Flessioni delle esportazioni significative anche per quanto riguarda le singole province di Milano (-13,8%), Monza e Brianza (-10,2%), Lodi (-8,1%) e Pavia (-13,9%).

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, è tempo di guardare agli effetti che la pandemia ha avuto complessivamente sull’economia e sulle imprese lombarde. Come evidenziato dal nuovo booklet economia del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato sul web magazine Genio & Impresa (genioeimpresa.it/dossier/2819/leconomia-della-lombardia-nel-confronto-nazionale-ed-europeo-dicembre-2020/), nonostante la lieve ripresa dei mesi estivi le esportazioni rimangono comunque inferiori del 7,9% nel trimestre luglio-settembre rispetto al 2019. Inoltre, considerando i primi 9 mesi del 2020, la contrazione dell’export per le imprese lombarde è del -13,4% su base annua, ossia 13 miliardi di fatturato estero persi a causa della pandemia. I danni più ingenti sono visibili soprattutto nei settori automotive (-23,9%) e moda (-20,8%). Positivi invece farmaceutica (+13,4%) e alimentare (+0,7%), filiere essenziali che hanno intensificato l’attività in tempi di pandemia. Rispetto al dato medio regionale, la flessione dell’export è più contenuta per Monza e Brianza (-10,2%, pari a una perdita di esportazioni di 730 milioni di euro) e Lodi (-8,1%, -208 milioni), più ampia per Pavia (-13,9%, -418 milioni) e Milano (-13,8%, -5 miliardi). Non solo: relativamente al mercato del lavoro, nel terzo trimestre 2020 ISTAT ha rilevato 107mila occupati in meno rispetto allo stesso trimestre 2019 e la salita del tasso di disoccupazione al 6,0% (dal 5,1%). Non stupisce quindi il forte deterioramento del clima di fiducia sulle prospettive di fine 2020 e inizio 2021: a novembre, la fiducia delle imprese del Nord Ovest è scesa di 11 punti percentuali nei servizi e di 5 punti percentuali nel manifatturiero rispetto a ottobre. La seconda ondata dei contagi, inoltre, ha determinato un nuovo stop all’economia nel mese di novembre. Nel valutare l’impatto della seconda fase della pandemia, oltre alle differenti vocazioni produttive che incidono sulle performance locali, un aspetto da considerazione, in funzione della diffusione dei contagi, è la possibile criticità lato offerta. In tal senso, la situazione è più difficile nei territori di Monza e Brianza, dove, alla fine del mese di novembre, il 56% delle imprese ha registrato assenze tra i dipendenti per motivi legati al Covid e un’impresa su cinque registra un impatto ‘significativo’ sull’attività a causa di queste assenze. Leggermente meglio a Milano, Pavia e Lodi, dove le imprese che hanno registrato assenze per Covid sono rispettivamente il 53%, il 48% e il 31%. Ad ottobre, in Lombardia, le ore autorizzate di CIG sono salite a 72 milioni, ovvero +71% rispetto al mese precedente. L’aumento è maggiormente accentuato a Milano e Monza e Brianza, con un raddoppio da 21,3 milioni di ore a settembre a 42,6 milioni di ore a ottobre. Un incremento minore si è registrato a Pavia, da 0,8 milioni a 1,2 milioni. Lodi invece è in calo, con 600mila ore a ottobre rispetto alle 700mila di settembre. In riferimento allo smart working, l’ultima indagine di Assolombarda che ha coinvolto 1100 associate manifatturiere e del terziario ha rilevato che, a fine novembre, il 72% delle imprese di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia ha fatto ricorso al lavoro da remoto, coinvolgendo una quota significativa di lavoratori, pari al 49% dei dipendenti del panel. La percentuale di smart worker era similare nella rilevazione condotta a metà settembre (50%), ma oggi la quota di coloro che ricorrevano allo smart working solo parzialmente si è ridotta (al 10% nella rilevazione di novembre), a favore di un’attività prevalentemente o esclusivamente da remoto (rispettivamente, per il 24% e il 15% dei lavoratori del panel). Testimone della maggior diffusione del lavoro da remoto è una nuova contrazione della mobilità. Il traffico di veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi è diminuito del 9% a fine novembre, mentre si è registrato un crollo degli spostamenti delle persone: nelle prime tre settimane di novembre, infatti, il traffico dei veicoli leggeri è diminuito di oltre il 50% rispetto al 2019 e gli ingressi delle auto in Area C nel Comune di Milano sono scesi del 34% rispetto al periodo pre Covid. In generale, la mobilità complessiva delle persone è ancora una volta in negativo rispetto all’inizio dell’anno, soprattutto per quanto riguarda Milano (-11%) e Monza e Brianza (-9%), le aree più fortemente colpite dall’emergenza sanitaria. Lodi segna un -1% mentre a Pavia la mobilità torna a crescere del 3%. Infine, a novembre calano del 4% i consumi di energia elettrica in Lombardia.

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