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Economia

"Favorì il comune di Milano con una sentenza falsa". Condannato ex giudice Tar

La vicenda è quella di Sea Handling: il giudice depositò una sentenza diversa da quella decisa in camera di consiglio dal Tar

Avrebbe favorito il comune di Milano falsificando una sentenza: per questa ragione è stato condannato un giudice del Tar, Adriano Leo, ex presidente della terza sezione. Il fatto risale al 21 maggio 2013, quando venne pronunciato un verdetto sull'aumento di capitale di Sea, deciso dal comune per evitare il fallimento di Sea Handling. 

L'Unione europea aveva bollato come aiuti di Stato la liquidità immessa nel capitale di Sea (360 milioni di euo), ma la sentenza depositata da Leo sospendeva l'efficacia del provvedimento dell'Ue. Il problema è che la sentenza stabilita dai giudici era diversa e non prevedeva questa sospensione.

Di qui l'accusa di avere falsificato la sentenza. Al giudice sono stati comminati due anni per falso ideologico con sospensione della pena. 

Gli aumenti di capitale risalgono a un periodo dal 2002 al 2010. La Commissione europea stabilì però che si trattava di fondi incompatibili con la normativa comunitaria sugli aiuti di stato, per cui andavano restituiti con gli interessi. Sea Handling, che gestisce alcuni servizi (come lo smistamento dei bagagli) all'interno degli aeroporti milanesi, avrebbe in tal modo ottenuto un vantaggio rispetto a (potenziali) concorrenti.

La notizia della sospensiva - da parte del Tar - della "multa" della Commissione europea era stata accolta favorevolmente dall'amministrazione comunale milanese, soprattutto perché più di 2 mila lavoratori avrebbero rischiato il posto di lavoro. Anche il consiglio comunale si era espresso in difesa dei lavoratori di Sea Handling. "Il giudice fece entrare in camera di consiglio interessi di parte, favorendo il Comune", ha spiegato il pm nella requisitoria contro Leo.

Successivamente alla condanna, una nota di Palazzo Marino ha precisato che il comune di Milano è stato danneggiato dalla sentenza del Tar: «I giudici avevano comunque deciso di accogliere la richiesta del comune, che era solo quella relativa alla sospensiva della procedura nazionale per il recupero della sanzione europea su Sea Handling, in quanto ben consapevoli che era impossibile da parte del giudice italiano sospendere un provvedimento della Commissione europea. La modifica della sentenza con la quale era stato annullato l’intero provvedimento della Commissione europea ha invece determinato il successivo provvedimento di annullamento da parte del Consiglio di Stato», si legge nella nota ufficiale.

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