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Economia

Guida turistica, professione in crescita: ma aumentano anche gli "abusivi"

Le preoccupazioni della Camera di Commercio. Milano lontana dalle prime città italiane nella classifica

Erano 12 nel 2014, sono diventate 20 nel 2018 e ora, nel 2019, sono 24, con 33 addetti. E' il numero di imprese milanesi nel settore delle guide turistiche. Il 48% ha una forma societaria, il resto è impresa individuale, la forma prevalente in Italia (72%) e in particolare a Firenze (ben il 93%). I dati sono stati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano Monza-Brianza Lodi. In ambito nazionale le imprese sono 1.050, con 1.509 addetti totali. 

Milano rappresenta più o meno la metà delle imprese e degli addetti lombardi (rispettivamente 56 e 69), ma i numeri "premiano" altre province e regioni. La prima provincia, sia per addetti sia per imprese, è Roma; seguono Napoli, Firenze, Sassari, Venezia e Palermo. 

La guida turistica è, per legge, una professione regolamentata e vi si accede con un esame pubblico. «E' una professione che richiede forte impegno di tempo, energie e passione, accompagnato da un costante aggiornamento dei contenuti e delle competenze. La forte crescita dei visitatori e della domanda apre spazio a un numero sempre più alto di abusivi improvvisatori», commenta Valeria Gerli, presidente di Confguide di Confcommercio e nella giunta della Camera di Commercio.

Dal 2013 è consentito esercitare la professione, e quindi condurre visite guidate, in tutta Italia e nei Paesi Ue: eliminate, quindi, le limitazioni territoriali preesistenti. E a Milano le guide turistiche aspettano le Olimpiadi invernali del 2026, recentemente assegnate al capoluogo lombardo e a Cortina d'Ampezzo. «I grandi eventi - conclude Gerli - accendono i riflettori e devono diventare occasione per rendere visibile e valorizzare tutto ciò che la città offre di permanente».

L'abusivismo

Come per tanti settori e professioni, anche la guida turistica soffre dell'abusivismo. Una tendenza in crescita, stando alle parole di Gerli, soprattutto per i turisti cinesi che cercano, attraverso canali informali, "guide" connazionali. A Milano sono appena 3 le imprese del settore condotte da cittadini stranieri, meno del 15% del totale, ma si capisce come il turista straniero possa essere interessato a qualcuno del proprio Paese come guida per avvicinarsi alle bellezze milanesi (e italiane).

Oltre ai canali informali cresce anche l'offerta di servizi paralleli che toccano il confine con l'attività della guida turistica. A Milano, per esempio, è diffusa la figura della personal shopper che accompagna i turisti facoltosi nelle boutiques dall'alta moda. E, magari, racconta anche qualcosa della città. E attraverso vari portali web, soprattutto quelli dedicati all'affitto di case vacanza, si può rintracciare chi offre "esperienze di vita" in città o tour fotografici, durante i quali è quasi impossibile non aspettarsi anche qualche racconto e spiegazione sui monumenti che si vanno a incontrare. 

L'equilibrio è delicato: da un lato non svilire il ruolo della guida professionale, che (tanto per fare un esempio) è in grado di far scoprire luoghi dall'alta potenzialità attrattiva ma dimenticati dalle guide improvvisate; dall'altro lato, non svilire nemmeno le professioni nuove, che senza scavalcare le guide professionali possono comunque mostrare "finestre" del territorio a turisti che, altrimenti, probabilmente farebbero da sé.

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