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"H&M riapre, ma senza di me": chiudono due negozi a Milano, 70 lavoratori senza futuro

Due negozi su 17 del colosso svedese non hanno riaperto. 70 lavoratori appesi a un filo

Hanno voluto metterci la faccia. Hanno voluto dire che l'azienda riapre, "sì ma senza di me". E hanno tolto quel badge che è proprio il simbolo di un lavoro che ad oggi non hanno più. Protesta social dei 70 lavoratori di H&M, che da metà maggio non sono più tornati al lavoro dopo le chiusure dei negozi per l'emergenza Coronavirus.  Due dei punti vendita meneghini del colosso della moda svedese - quelli di via Torino e corso Buenos Aires - hanno infatti abbassato per sempre la saracinesca in una sorta di lockdown infinito, lasciando così appeso a un filo il destino di tutti i dipendenti che prestavano servizio lì. 

"Abbiamo contestato il metodo e il merito della scelta aziendale. Il metodo adottato dall’azienda non è conforme a una buona prassi di corrette relazioni sindacali. Infatti, l’azienda nemmeno nell’ultimo incontro avvenuto di recente aveva comunicato ai sindacati la chiusura dei negozi", avevano denunciato da Uiltucs Lombardia e Filcams Cgil a fine aprile, quando si era diffusa la notizia della serrata. 

Adesso, a più di due settimana dalla ripartenza dopo la fase più acuta dell'epidemia, i dipendenti hanno voluto mostrare il loro volto in un video "firmato" dalle stesse sigle sindacali. Così nelle immagini si vedono scorrere donne e uomini che sottolineano che "H&M riapre, sì ma senza di me" per poi togliere il badge. 

"H&M riapre a Milano, ma senza 70 lavoratori - si legge in una nota di Ultucs e Filcams -. Due negozi di Milano su 17 non hanno riaperto, la voglia di continuare a lavorare è tanta. La loro richiesta all'azienda è di essere ricollocati, avere un minimo di stabilità e certezza nei 15 negozi rimasti aperti. Ma H&M, multinazionale e colosso del fast fashion, mentre festeggia le riaperture continua a non trovare risposte per queste persone, per il suo staff", la dura accusa dei sindacati. 

"I lavoratori attualmente a casa in cassa integrazione sospesi a zero ore, si meritano di poter tornare a lavorare - concludono -. Vogliamo risposte". E in attesa di risposte, i lavoratori hanno fatto la loro parte. 

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