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Economia

Italo-Ntv diventa americana: sì all'offerta da 2 mld ma per i passeggeri non cambia nulla

Da valutare l'impatto sui dipendenti che da diverse settimane combattono per il contratto

Non dovrebbe cambiare nulla per i passeggeri che ogni giorno viaggiano da Milano e per Milano ma Italo non è più italiana, diventa americana: gli azionisti hanno infatti accettato all'unanimità l'offerta del fondo Usa Global Infrastructures Partners (Gip) che era stata rilanciata in tarda serata, sfiorando i due miliardi di euro (1,98 miliardi). Nella proposta c'è la conferma che il fondo è pronto ad accollarsi i 400 milioni di debito di Italo-Ntv. Lo rende noto il gruppo, aggiungendo che per giovedì mattina è convocato il Cda. Secondo le prime indiscrezioni, è previsto che gli attuali azionisti di Italo incassino il dividendo di 30 milioni deliberato dall'assemblea della società e che la stessa sostenga spese relative all'interrotto processo di quotazione fino ad un massimo di 10 milioni. Il controvalore complessivo, quindi, è di 1,980 miliardi.

Addio Italo: l'alta velocità agli americani

L'accordo prevede che la sottoscrizione del contratto di compravendita, la cui esecuzione (closing) è condizionata dal via libera dell'Antitrust, avvenga entro l'11 febbraio, precisa la società. Inoltre gli attuali azionisti possono reinvestire fino ad un massimo del 25% dei proventi derivanti dalla vendita alle stesse condizioni di acquisto da parte di Gip.

"Non è un pezzo di Italia che se ne va, è un investimento che arriva in Italia - ha detto nei giorni scorsi il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan -. Fa parte dell'integrazione che deve avvenire attraverso accordi tra imprese ad alta tecnologia". Mercoledì, Padoan aveva diffuso una nota congiunta insieme al titolare dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, per sottolineare che "è molto positivo che vi sia un grande interesse da parte di potenziali investitori su Ntv".

Il futuro per passeggeri e dipendenti

E ora? Un proprietario così importante e ricco potrebbe innescare una nuova "guerra" dei prezzi (a tutto vantaggio dei passeggeri) e della qualità del servizio ferroviario che dal 2012 - anno del battesimo su rotaia di Italo - a oggi ha bruciato le tappe tagliando i prezzi del 40%, grazie all'effetto concorrenza. Da valutare anche l'impatto sui dipendenti di Italo che da diverse settimane combattono, usando anche l'arma dello sciopero, per il contratto e il riconoscimento di premi di produzione.

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