'Dovevano assumerci, ci hanno sospesi', 100 operai in rivolta: 'Non siamo carne da macello'
I capannoni della Tnt sono stati occupati tre giorni. Poi martedì l'intervento della polizia
Entro il 1 aprile e il 1 maggio dovevano essere assunti, dovevano essere stabilizzati direttamente dalla casa madre. Dal 3 maggio sera, invece, sono formalmente sospesi perché tecnicamente - come recita la lettera che è stata loro consegnata - la loro "assegnazione è interrotta". È la storia dei lavoratori della Tnt di Peschiera Borromeo, colosso mondiale della logistica dell'americana Fedex. Nel giro di pochi giorni, in piena emergenza Coronavirus, la vita di 66 operai - al momento "allontanati" dal lavoro insieme ad altri 34 colleghi - è cambiata totalmente, passando da un contratto al rischio, quanto mai reale, di un licenziamento.
I facchini, come racconta uno di loro a MilanoToday, sono tutti assunti a tempo indeterminato attraverso un'agenzia interinale e da anni - "anche dal 2008, 2009" - lavorano nello stabilimento di Peschiera. Lo scorso 6 marzo, al termine di un incontro tra azienda ed esponenti del sindacato Si Cobas, sembrava essere arrivata la svolta. In quella sede, infatti, Tnt si era impegnata ad assumere sotto se stessa - e quindi non più attraverso l'agenzia - i 66 dipendenti.
Foto - Il verbale dopo l'incontro del 6 marzo
"Le parti - si legge nel verbale firmato da tutti i presenti - dopo lunghe discussioni hanno raggiunto il seguente accordo: l'assunzione diretta da parte di Tnt di n.66 stabilizzati con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminati, full time, entro il 2 maggio 2020".
E ancora: "In particolare le assunzioni saranno scaglionate in due tranches, la prima da concludersi entro il 1 aprile 2020 per l'assunzione di 33 stabilizzati, la seconda entro il 1 maggio 2020 per l'assunzione di rimanenti 33 stabilizzati".
Dall'assunzione alla sospensione
E che l'azienda avesse preso l'impegno lo testimonia anche una mail - visionata da MilanoToday - che dagli uffici di Tnt hanno inviato il 18 marzo al sindacato Si Cobas.
"In allegato - riporta la mail - la lista dei 66 nominati su base di anzianità che verranno assunti da Tnt. I primi 33 saranno quelli evidenziati in giallo".
Foto - La mail dell'azienda ai lavoratori del 18 marzo
Di quelle 66 assunzioni, denunciano adesso i lavoratori, non si è vista però neanche l'ombra. E anzi cento facchini - tra cui proprio i 66 "in odore" di contratto - ad oggi non stanno più lavorando. La doccia gelata è arrivata domenica sera, il 3 maggio, un paio di ore prima che alcuni tra i lavoratori iniziassero il proprio turno.
"La informiamo che - recita una fredda comunicazione arrivata dall'agenzia interinale -, come comunicatoci dall'utilizzatore, la sua assegnazione presso l'azienda Tnt è interrotta a partire dal 04.05.2020 fino a data da destinarsi. Quindi non dovrà più recarsi presso la stessa".
"Il suo contratto - assicurano dall'azienda - rimarrà in essere e continuerà comunque a ricevere la retribuzione". Quindi, al momento, lo stipendio resta - anche perché proprio a causa dell'emergenza Coronavirus i licenziamenti sono più "complicati" -, ma il destino appare quanto mai segnato.
La "rivolta" alla Tnt
Nella notte tra il 3 e il 4 maggio, a poche ore dalla sospensione, i lavoratori hanno così deciso di far sentire la propria voce e hanno, letteralmente, occupato i capannoni di Peschiera.
Oltre cento facchini hanno preso "possesso" delle strutture bloccando i lavori e intonando cori e slogan contro l'azienda e contro i possibili licenziamenti.
Martedì pomeriggio, dopo quasi tre giorni di manifestazione, in ditta sono arrivate le forze dell'ordine in assetto antisommossa e i poliziotti, non senza qualche attimo di tensione, hanno forzato il blocco e hanno disperso gli operai.
Quegli stessi operai ai quali, tra l'altro, sembra non sia stato dato nessun valido motivo per la sospensione. "Forse ci sono troppi operai o forse la merce è poca - spiega uno di loro -, ma ti giuro che carichiamo fino a 60 camion a turno". E ora promettono battaglia: "Se la merce da distribuire scarseggia dobbiamo accettare di essere licenziati? Noi - urlano da Si Cobas - non siamo carne da macello".
Video | L'intervento delle forze dell'ordine