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Mamma licenziata da Ikea: il giudice respinge il ricorso

La donna - madre di due figli di cui uno disabile - non aveva accettato il cambio di mansione (e di turno). I dettagli

Respinto dal giudice del lavoro il ricorso presentato da Marica Ricutti, dipendente dell'Ikea di Corsico licenziata qualche mese fa, che chiedeva il reintegro sul posto di lavoro e il risarcimento del danno. I suoi comportamenti sono stati "di gravità tali da ledere il rapporto fiduciario", di conseguenza il licenziamento è legittimo.

Separata e con due figli (uno di dieci anni e uno, disabile, di quattro), la donna (dopo 17 anni alle dipendenze del negozio) era stata trasferita al reparto ristorante e, stando alla sua versione, inizialmente si era accordata per mantenere l'inizio del lavoro alle 9, ma poi l'azienda avrebbe unilateralmente modificato questo orario anticipandolo alle 7 di mattina, per lei impossibile dovendo gestire appunto due figli di cui uno bisognoso di cure particolari. 

La donna ha comunque proseguito a recarsi al lavoro alle 9, per sua stessa ammissione, perché non avrebbe potuto fare altrimenti, e dopo qualche settimana è stata licenziata. I sindacati si sono immediatamente schierati con lei e hanno fatto emergere il caso di fronte all'opinione pubblica.

Diversa la versione dell'azienda, che ha riferito che, "negli ultimi otto mesi, la signora Ricutti ha lavorato meno di sette giorni al mese e, per circa la metà dei giorni lavorati, ha usufruito di cambi di turno e spostamenti di orario, concordati con i colleghi e la direzione del negozio. Nell'ultimo periodo, in più occasioni, la lavoratrice - per sua stessa ammissione - si è autodeterminata l’orario di lavoro senza alcun preavviso né comunicazione di sorta, mettendo in gravi difficoltà i servizi dell’area che coordinava e il lavoro dei colleghi, creando disagi ai clienti e disservizi evidenti e non tollerabili". Ikea ha parlato anche di "gravi e pubblici episodi di insubordinazione".

In particolare, determinanti per la decisione del giudice sono stati i due episodi di turni svolti con il vecchio orario e l'abbandono della cassa all'ora di pranzo. I sindacati hanno immediatamente reagito alla decisione del giudice: la Filcams-Cgil milanese ha già dato mandato ai suoi legali di presentare il ricorso in opposizione.

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