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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia San Giorgio su Legnano

Licenziato dopo 39 anni in azienda: gliene mancano 2 per la pensione

La protesta dei sindacati in una fonderia del Milanese

Hanno incrociato tutti le braccia in segno di vicinanza del loro collega licenziato dopo 39 anni di lavoro alla Fonderia Getti Speciali Colombo di San Giorgio su Legnano. Una protesta che ha visto una adesione pressoché totale a testimonianza della completa solidarietà tra gli operai e gli impiegati dell’azienda legnanese.

Un licenziamento che, peraltro, è arrivato come un fulmine a ciel sereno, tanto più che l’azienda a livello produttivo gode di ottima salute con anche nuovi inserimenti avvenuti di recente. Il lavoratore è stato poi licenziato per ‘giusta causa’ perché per motivi famigliari non aveva accettato il turno spezzato, dopo aver letteralmente lavorato per una vita sul turno unico.

Netta a questo proposito, la posizione assunta dai colleghi del 54enne al quale, peraltro, mancano solo 24 mesi per ottenere i requisiti per maturare la pensione. Intanto il presidio di oggi ha già portato ad un risultato: domani a mezzogiorno una delegazione sindacale con l'amministratore delegato dell'azienda.

“Il nostro obiettivo dichiarato – sottolinea Edoardo Barra, responsabile di zona per la Fim-Cisl – è il reinserimento del lavoratore dando seguito alle istanze che lui stesso aveva già manifestato. Non contestiamo le scelte organizzative aziendali ma crediamo sia altrettanto legittimo dar seguito al processo di conciliazione vita lavoro, peraltro, si tratta di clausole inserite nel contratto collettivo nazionale di categoria. Riteniamo, inoltre, che nel caso di specie, si debba fare un ulteriore sforzo per coniugare le esigenze personali con quelle lavorative”.  

“Il trattamento riservato a questo lavoratore – commenta amaro Beppe Oliva della Cisl Milano Metropoli e competente per il territorio Legnano Magenta – è sconcertante. E’ inammissibile che dopo quarant’anni di attività nella stessa azienda una persona venga licenziata in questo modo con motivazioni assolutamente discutibili. Davanti a situazioni del genere credo che, ancora una volta, si debba porre al centro la questione della dignità del lavoro. Nella drammaticità del momento tuttavia – conclude Oliva – resta la totale solidarietà dei colleghi. Certamente una bella immagine che ribadisce come dietro al lavoro ci siano ancora relazioni e rapporti umani importanti che vanno difesi”.

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