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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Lucchini-Artoni, ritirata la certificazione anti-mafia A rischio 180 operai

Alla Lucchini-Artoni, impresa edile, è stata ritirata la certificazione anti-mafia. A rischio 180 operai. Sul piede di guerra i sindacati che chiedono garanzie al Comune per questi lavoratori. La Cgil propone poi di rivedere la normativa sugli appalti pubblici, per prevenire infiltrazioni mafiose, anche in vista di Expo

La Lucchini Artoni, attiva nella pavimentazione e movimentazione dei terreni, si è vista ritirare la sua certificazione anti-mafia. A causa di ciò, il lavoro dei suoi 180 operai è a rischio.

I sindacati, preoccupati per la situazione, chiedono al Comune di intervenire per offrire garanzie economiche ai lavoratori, se dovessero ritrovarsi senza lavoro. “Noi abbiamo chiesto l'insediamento di un commissario straordinaria per l'azienda in grado di far ripartire le sue normali attività e salvaguardare i livelli occupazionali Bianchi. In alternativa, puntiamo almeno alla ricollocazione delle maestranze ora in cassaintegrazione, inserendo nel nuovo bando di affidamento dei lavori il vincolo di assumere gli operai impegnati precedentemente” ha detto il segretario milanese Filca Cisl.

Una nuova verifica per l’azienda da parte della Prefettura è prevista per il 25 luglio. “Noi siamo assolutamente a favore delle verifiche è però importante che questi interventi arrivino davvero ad
individuare i responsabili: spesso le affinità con i canali mafiosi si trovano tra i subappaltatori, non nella ditta che si aggiudica l'appalto. Nel caso della Lucchini, le aziende terziste stanno invece tutte lavorando in altri cantieri” ha precisato il responsabile provinciale edili della Uil Ferdinando Lioi.

Il ritiro della certificazione anti-mafia alla Lucchini-Artoni riporta a galla il tema delle infiltrazioni mafiose nelle tessuto economico, specialmente nel settore dell’edilizia. Spiega Marco di Girolamo della Cgil: “é necessario intervenire a livello legislativo per rivedere la normativa sugli appalti pubblici, in particolare per quanto riguarda il movimento terra. E' un settore a forte rischio infiltrazione in cui già si sono verificati casi gravi. In vista dell'Expo serve quindi una legge ad hoc per prevenire episodi come questi che altrimenti si potrebbero moltiplicare".
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